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Arte e Cultura | 09 giugno 2021, 14:00

Il Centro Studi Vercellae: «Nessuna scoperta all'Antico Ospedale, era un sito già scavato 30 anni fa»

Polemiche archeologiche: precisazioni e stoccate

Il Centro Studi Vercellae: «Nessuna scoperta all'Antico Ospedale, era un sito già scavato 30 anni fa»

Le campagne di scavo nell'area dell'Antico Ospedale erano state effettuate già dagli anni 1982 - 1984 dalla Soprintendenza di Torino, dopo le segnalazioni e denunce di ritrovamenti archeologici effettuate tra gli anni '70 e '80 e dai fratelli Dario e Daniele Gaviglio. Campagne di scavi che poi vennero anche documentate all'interno di alcune pubblicazioni dell'epoca.

«Non si tratta, quindi, di ritrovamenti recenti ma di costretti lavori di bonifica archeologica in vista dell'edificazione di una struttura moderna a utilizzo pubblico. I ritrovamenti erano già stati compiuti negli anni 1970-1980», precisano Dario Gaviglio, Patrizia Perazzo, Gianfranco Ricolfi e Gianni Calciati del Centro Studi Vercellae attraverso una nota diffusa agli organi di stampa.

«Negli anni 1970 e 1 980 le c ontinue segnalazioni e denunce di ritrovamenti archeologici, effettuate da Daniele e Dario Gaviglio, hanno portato a un maggiore controllo da parte della Soprintendenza di Torino. A seguito di questi controlli, la Soprintendenza decise di operare con diverse campagne di scavi nell’area dell’ex ospedale vecchio di Sant’Andrea le prime 2 avvenute negli anni 1982-1984. Sul notiziario del Ministero per i Beni Culturali del 1985, n°4, a pag.67, è scritta una nota dal titolo “Vercelli – Palazzo Dugentesco”, riferita all’area dell’ex ospedale di Sant’Andrea sorto nel XIII secolo, seconda campagna di scavi nel cortile e adiacenze».

Dunque nessun nuovo ritrovamento «perché Vercelli è sottoposta a controllo da parte del Ministero a seguito, anche, degli esposti presentati in Tribunale dagli anni ’80 in poi dal “Centro Studi Vercellae”. Ancora una volta - attaccano i componenti del Centro Sudi - manca la correttezza di sedicenti cultori locali di menzionare eventi storici, demolizioni selvagge, meriti di chi ha lavorato e citazioni storiche passate. Inoltre, di riconoscere la cronologia delle date di chi ha eseguito con fatica le ricerche, gli scavi e la tutela. Fortunatamente il Ministero opera preventivamente negli scavi, agendo a tutela del patrimonio storico locale. Quello che continua a mancare è una partecipazione scientifica e preventiva da parte dei sedicenti cultori della politica, nell’interesse della preservazione e della promozione del sapere». 

Il Centro Studi ricorda che «l’anfiteatro romano, il porto romano di via Pastrengo, la necropoli romana del Concordia, la necropoli di via Asiago, via Cadore, l’opificio romano di via Derna, Santo Stefano De Civitate e Domus Romane sono ritrovamenti compiuti da Gaviglio Daniele e Gaviglio Dario, del “Centro Studi – Ricerche storiche archeologiche – Vercellae”. Quanto concerne alle gite scolastiche, compiute sull’area dell’anfiteatro romano, al porto romano di via Pastrengo, all’aerea di Santo Stefano De Civitate, erano già state organizzate dal “Centro Studi Vercellae” con il compianto professore Pino Bo, negli anni ’80. Gli attuali sedicenti cultori di storia/politica preferiscono gestire politicamente le fatiche altrui. Continuano a dire solo chiacchiere, dimenticando che spetta al Comune mettere in evidenza i reperti storici e tutelarli».

redaz

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