Riceviamo e pubblichiamo.
E così, dopo 126 anni di presenza salesiana a Trino, Don Bosco torna a Torino.
Così hanno stabilito, di comune accordo, il Rettor Maggiore dei Salesiani del Piemonte e l’Arcivescovo di Vercelli, e così è avvenuto.
Una decisione, secondo molti, ponderata da almeno un anno e resa attiva, scientemente, nei due mesi estivi quando la gente pensa alle vacanze e i giornali sono pieni di Feste Patronali.
La monarchia assoluta della Chiesa ha vinto! Sconvolgendo però tre Comunità – Cigliano, San Giuseppe di Vercelli e Trino – senza degnarsi di ascoltare le pressanti richieste di chiarimenti, riflessioni, rimandi e sospensione temporanea del provvedimento.
Il rispetto, l’ascolto, la solidarietà valgono solo nelle prediche domenicali.
La scusa è quella solita: i sacerdoti invecchiano e mancano; ma poi si trovano subito i sostituti. Quelli che invecchiano veramente sono invece i fedeli che frequentano sempre meno la Messa insieme ai giovani tredicenni che ne smettono la frequentazione appena dopo la Cresima.
E questo addio salesiano a Trino avviene nel più totale silenzio dei Partiti Trinesi, che non ritengono utile presentare una mozione unitaria contraria a questa decisione, e anche nella totale assenza di una presa di posizione del Consiglio Pastorale Parrocchiale, al di là di qualche iniziativa personale: insomma tutti in disaccordo a parole ma nessun fatto concreto. Infine l’assordante silenzio dell’Unione Ex Allievi, che ufficialmente non interviene e non interverrà neanche dopo nelle iniziative che verranno prese: forse per obbedienza? A chi?
Altre Confraternite, invece, consoleranno un bravissimo parroco semplicemente con un attestato di confratello, dimenticando che il vero problema non è la sostituzione della figura di un Parroco, ma la scomparsa dell’ultima congregazione religiosa ancora presente a Trino nella sua Casa Madre: bel gesto ma inutile a questa causa.
In questo deserto di protesta nasce spontaneo un Comitato di liberi cittadini o di ex allievi oratoriani per una raccolta firme, sollecitata dalla gente. Si raccolgono 906 firme e di lì incominciano, oltre ai consensi, le critiche del benpensanti o dei malpensanti che avrebbero dovuto, loro, guidare una richiesta di chiarezza alle autorità ecclesiastiche. Ma si sa…. meglio criticare e non apparire.
Qualcuno ci dice che potrebbe far intervenire l’ex Onorevole Roberto Rosso in quanto “pronipote” di Don Bosco, come amò definirsi in una precedente competizione elettorale. A noi andrebbe bene tutto, ma anche qui, silenzio più totale: forse ad un lontano pronipote di Don Bosco sarebbe stato preferibile rivolgersi a un odierno nipote di Don Bertone...
Così il Comitato ha finito la raccolta firme, ha incamerato per ben due volte la rinuncia all’invito rivolto alle Autorità religiose per ogni tipo di dialogo e per il paese si diffonde la voce che l’Istituto Salesiano ospiterà un certo numero di migranti, gestiti però non da religiosi ma da una cooperativa laica.
Se le bugie hanno le gambe corte e i sacerdoti anziani saranno una scusa, lo vedremo tra un anno e così non avremo più bisogno di ulteriori spiegazioni ecclesiastiche.
Tutto questo però, se permettete, fa male a chi da cristiano ha creduto nel messaggio di Don Bosco verso i deboli e verso le periferie del mondo, suffragato cento anni dopo dal messaggio di Papa Francesco, ed è vergognoso che altri cristiani, sacerdoti compresi, denigrino chi vuole essenzialmente una cosa: il bene spirituale di una comunità che sta morendo, che non conosce solidarietà e se la prende con chi costruisce una moschea e non si preoccupa che, molte delle 26 chiese presenti nel territorio di Trino, siano chiuse o versino in grave stato di abbandono.
Io sono mortificato e amareggiato di essere stato tacciato di far politica e di protagonismo, ma sono fiero di aver attuato nella mia vita, nel mio lavoro e nel mio cammino tra la gente, gli insegnamenti di Don Bosco ricevuti in oratorio.
Comunque, stiano tranquille le autorità ecclesiastiche: noi del Comitato non difenderemo la Casa Salesiana con i picchetti o altre forme di protesta violente.
Volevate vincere e avete vinto, per adesso. Da noi, però, riceverete non la vostra arrogante indifferenza ai nostri ripetuti e pacifici tentativi di dialogo, ma una assoluta indisponibilità futura a qualsiasi forma di volontariato oratoriano e religioso, come avvenuto in passato.
Inoltre se la Fede, come pare, tende a privilegiare forme di profitto o di business, penso che mi adeguerò e dal prossimo anno eviterò di versare l’8 per mille alla chiesa cattolica.
Infine, solo adesso, un grande saluto a Don Jacek per il suo breve ma intenso lavoro. Se non di persona a Valdocco, ci incontreremo quotidianamente nelle nostre preghiere, dove ogni giorno ricordo tanti bravi sacerdoti, scomparsi e viventi, come don Eugenio, don Bianco, don Schiavelli, don Bissacco, don Cima, veri "animali da cortile", come amava definirli Don Bosco.
Con infinita e profonda tristezza.












