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Sport | 08 luglio 2016, 17:45

Arriva Provedel. La Pro gli offre un'occasione da non sprecare

CARRIERA, PREGI E INFORTUNI (PROFESSIONALI) DEL NUOVO ESTREMO DIFENSORE DEI BIANCHI

Ivan Provedel

Ivan Provedel

Ora è arrivata anche l'ufficialità: Ivan Provedel sarà il prossimo portiere delle bianche casacche. Prima della Pro, era piombato su di lui il Foggia, voglioso di poter costruire una corazzata ammazza-campionato per rifarsi dalla delusione cocente nella finalissima playoff contro il Pisa. Ma sarebbe stato onestamente impensabile che il ragazzo classe 1994 scegliesse di scendere di categoria, dopo aver già frequentato la Lega Pro con le maglie di Pisa e Perugia, oltre ad averla ritrovata con la retrocessione del Modena nella stagione andata in archivio un mese fa.

La chiamata della Pro, in questo senso, è stata un'autentica boccata di ossigeno per la sua carriera. E dopo un'annata tribolatissima, per lui e per gli emiliani, di Crespo prima e Bergodi nell'ultima tranche di stagione. Una retrocessione a cui Provedel ha assistito, essenzialmente dalla panchina, dopo esserci finito da febbraio, dopo il 24esimo turno: era il 30 gennaio scorso, infatti, quando contro la Ternana, allo stadio "Libero Liberati", l'estremo difensore dei canarini esce alla disperata, in tackle fuori area, sull'uruguaiano Falletti, lanciato a rete: siamo al 13' il direttore di gara gli sventola sotto il naso il cartellino rosso.

Al suo posto entra il più esperto Nicolò Manfredini, a cui Provedel era a sua volta subentrato in due circostanze: dopo la terza giornata di campionato e dopo lo 0-2 contro il Latina alla settima in ottobre. Da quel sabato d'inverno, tuttavia, le gerarchie non cambieranno più. E' bastato quell'episodio a farlo riaccomodare in panchina dopo 21 presenze? No. Ivan viaggiava già con una spada di Damocle ingombrante dopo la clamorosa gaffe che lo aveva visto protagonista nella gara di Como il sabato del 31 ottobre: una palla innocua, rasoterra, da controllare per far ripartire l'azione, gli sfugge dai piedi per una distrazione fatale e finisce in fondo al sacco per il definitivo 1-1 dei lariani.

Ma non è da questi particolari che si giudica un calciatore, in particolare un portiere. La stessa "sciagura" capitò anche a un certo Gigi Buffon in un Juve-Lecce di qualche anno fa. Si augura che sia così, se non altro, il ds Varini, che spera nella buona creanza dei tifosi bianchi. A loro viene chiesto di non bollare Provedel con facili etichettature, buone solo a gettar zizzania. Per contro, sempre tenendo presente che la Pro Vercelli deve necessariamente costituire una piazza di lancio o rilancio, il rischio di trovarsi di fronte a un'altra scommessa Timothy Nocchi c'è. Anche se, va detto, fino a un certo punto. Il paragone tra i due non reggerebbe: livelli tecnici completamente diversi.

Molto più alto quello di Provedel da Pordenone, che da attaccante poco prolifico a 15 anni di strada ne ha fatto, dopo essersi messo in testa di voler fare il portiere. Dalla formazione dilettantistica del Liapiave (oggi in Eccellenza Veneta), viene tesserato dall'Udinese. Sempre in fase di settore giovanile, passa quindi al Chievo, tuttora detentore del cartellino, che lo cede a Pisa, Perugia (le sue esperienze migliori, in Lega Pro) e, appunto, a Modena. Una stagione "sbagliata" e, nel calcio, le spalle si voltano. Non quelle della Pro, disposta a dare una seconda chance al ragazzo. Che verrà affiancato dal 19enne del Toro Andrea Zaccagno, con cui non dovrebbe entrare in concorrenza. Ma questa è un'altra storia.

Stefano Fonsato

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