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Arte e Cultura | 05 marzo 2024, 16:11

“Quasi gol. Storia sentimentale del calcio in tv”, un libro sul calcio d'altri tempi

Di Giorgio Simonelli (che farà parte del comitato scientifico per i festeggiamenti dei settant’anni della RAI)

Giorgio Simonelli

Giorgio Simonelli

Il vercellese Giorgio Simonelli, 75enne studioso di storia del cinema, della radio e della televisione, oggi Professore emerito all’Università di Genova e alla Cattolica di Milano, può festeggiare, in questi giorni, due importanti traguardi: da un lato la fresca nomina nel comitato scientifico per i festeggiamenti dei settant’anni della RAI Radiotelevisione Italiana, dall’altro l’uscita di un nuovo libro - il decimo per lui - dal titolo “Quasi gol. Storia sentimentale del calcio in tv” (edito dal leccese Manni).

Parlando in breve di quest’ultimo , va rivelato che il saggio critico - di un autore che i meno giovani ricorderanno aVercelli quale ala scattante nei campetti oratoriali assieme a un forte centrocampista di nome Giuseppe Versaldi, oggi Cardinale in Vaticano - sta destando curiosità e interesse a cominciare dal quotidiano Repubblica che, a un giorno dall’uscita dal testo - dedica sul Venerdì un doppio paginone dal titolo “E pensare che il calcio esisteva anche senza tv” a firma Antonio Dipollina, il quale ne sintetizza il contenuto dalla prima partita teletrasmessa (Juventus-Milan del 5 febbraio1950) alle immagini dell’arbitro che oggi può controllare la regolarità di un’azione sul monitor del VAR a bordo campo.

In “Quasi goal”, nella prima parte, Simonelli racconta un mondo che non c’è più: ad esempio la Rai decide di non trasmettere Italia-Inghilterra (valida per le qualificazioni ai mondiali) giocata alle 14.30 di mercoledì 17 novembre 1976 per evitare l’assenteismo sul lavoro. Non è l’unico match oscurato per garantire al Paese la produttività. Sembra l’esatto contrario di quanto accade ora con il pallone (calcio, football, soccer che dir si voglia) che si alimenta di continuo con overdose massicce di piccolo schermo, tra satelliti, pay-tv e pay-per-view.

Oggi - racconta Simonelli - il calcio è proposto H24 su tantissimi canali, ovunque, mentre una volta, nelle città in cui si giocava, la RAI proponeva un film al posto della partita, perché - senza tutti gli sponsor attuali - fino agli anni Settanta/Ottanta del secolo scorso risultano decisivi persino i biglietti venduti allo stadio con i relativi incassi.

Questo e molto altro in un libro - che presto verrà pubblicamente presentato a Vercelli con ospiti illustri - anche molto utile per conoscere i mutamenti della società italiana mediante lo sport.

Gudo Michelone

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