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Scuola | 13 febbraio 2023, 15:00

Cancelliamo la storia?

Conferenza del professor Claudio Rosso (docente di Metodologia della ricerca storia all'UPO) con gli alunni del Liceo Classico. - Un caloroso applauso al termine.

La locandina dell'evento

La locandina dell'evento

Nella mattinata di venerdì 10 febbraio, presso la sala conferenze della Biblioteca Civica di Vercelli, si è svolta una conferenza tenuta da Claudio Rosso, professore associato di Metodologia della ricerca storica presso l’Università del Piemonte Orientale (UPO) di Vercelli, intitolata: “Cancelliamo la storia?”, parte di una serie di appuntamenti settimanali, organizzati dal Comune di Vercelli in collaborazione con il prof. Filippo Fassina, chiamati Il Tempo Di Un Caffè, a cui ha partecipato la 1°A (ex IV ginnasio) del Liceo Classico Lagrangia, accompagnata dalla prof.ssa Marta Boccalini.

 

Dopo una presentazione introduttiva dell’Assessore alla cultura Gianna Baucero, il professor Rosso ha aperto il suo intervento, partendo dal concetto di Cancel Culture, che ricorda da vicino la damnatio memoriae degli Antichi, ossia la cancellazione di quanto del passato non sia più attualmente condivisibile dal punto di vista etico, attraverso l’esempio dell’abbattimento della statua di Cristoforo Colombo a Minneapolis nel 2020. Questo evento è avvenuto a seguito delle proteste portate avanti dal Black Lives Matter, un movimento attivista nato all’interno della comunità afroamericana, che si impegna nella lotta contro il razzismo verso le persone di colore, come conseguenza dell’omicidio di George Floyd.

Altro esempio trattato è stato l’abbattimento a Bristol, nel medesimo anno, della statua di Edward Colston, mercante di schiavi, fino a quel momento celebrato nel Regno Unito per la sua attività di filantropo.

Il professore ha successivamente evidenziato il caso dell’insegna stradale di Penny Lane a Liverpool, spesso imbrattata poiché ritenuta intitolata a James Penny, un mercante di schiavi vissuto nel XVIII secolo, divenuta celebre a seguito della pubblicazione dell’omonima canzone del gruppo musicale The Beatles.

 

In seguito ha parlato della Cancel Culture in Italia, citando vari libri a riguardo, uno dei quali è La storia cancellata degli italiani di Dino Messina. Un esempio di questa volontà di censura del passato è la vandalizzazione della statua di Indro Montanelli, storico giornalista italiano ex fascista, che ha sposato, durante la guerra in Etiopia nel ‘35/36, una bambina di 12 anni, azione attualmente inaccettabile. Questo revisionismo prevede la cancellazione di ciò che non appartiene ai canoni etici contemporanei: statue, libri, film, intitolazione delle vie etc. Tuttavia ci si chiede fino a che punto sia legittimo farlo e se non siano possibili altre opzioni.

 

Proseguendo, il professore ha indicato varie proposte di autori (tra cui Federico Rampini, Suicidio occidentale) che non ritengono corretto cancellare, in una sorta di suicidio, la nostra storia e i valori occidentali, o i monumenti che potrebbero destare disapprovazione, con un’escalation che porterebbe a conseguenze paradossali. Una terza via potrebbe essere, ad esempio, quella di aggiungere didascalie che contestualizzino o frasi che “depotenzino” il messaggio non più condiviso ai giorni nostri. Ha portato come esempio l’ex Casa del fascio a Bolzano: vicino alla frase del tempo, “Credere, obbedire, combattere”, è stata posta una scritta al neon riportante la nota frase “Nessuno ha il diritto di obbedire” di Hannah Arendt.

 

Il libro della docente UPO Alice BorgnaTutte storie di maschi bianchi morti…” ha permesso al professore di evidenziare la proposta nata negli Stati Uniti d’America che vorrebbe eliminare lo studio del greco e del latino in diversi corsi di laurea, perché la cultura greco-romana sarebbe promulgatrice di idee razziste (addirittura non si dovrebbe leggere Omero perché maschilista).

La conferenza è terminata con un caloroso applauso.

Ringraziamo il professor Rosso per averci proposto interessanti riflessioni sul modo di intendere la storia, dandoci l’opportunità di conoscere queste emergenti correnti di pensiero che ci hanno offerto nuove prospettive (del resto “Quid Nerone peius, quid thermis melius Neronianis?”, scriveva Marziale), augurandoci di prendere nuovamente parte alle sue conferenze.

Un ringraziamento speciale va anche alla professoressa Boccalini che ci ha permesso di partecipare a questo avvincente incontro.

Marta Degrandi con: Gianluca Pisa, Arianna Gallarini, Alessio Follis, Zoe Chemello, Francesco Canepari

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