Damiano Maris, 28 anni, consigliere comunale eletto nelle file della Lega Nord ha deciso: abbandonerà il gruppo – come già hanno fatto altri consiglieri – e anche il partito, per iniziare una sua nuova avventura nel partito della Meloni. Com'è maturata la decisione di passare a Fdi?
È stata una decisione che ho maturato in seguito a riflessioni sul partito, sui miei valori e sulla natura stessa dell’impegno politico; ci siamo da poco lasciati alle spalle un periodo che ha fatto emergere con crudezza la natura del potere e conseguentemente l’importanza della strenua difesa delle libertà. Non le nego che nel corso degli ultimi due anni ho valutato più volte l’eventualità di rinunciare alla carica, spinto da un senso di disillusione e di estraneità.
Ci sono stati episodi di aperta rottura col gruppo Lega in Consiglio legati a queste tematiche e la mia attività ne ha fortemente risentito.
Da oggi mi sento pronto a tornare in prima linea: col tempo ho potuto apprezzare sempre più nella figura dell’assessore Emanuele Pozzolo e della squadra di FdI una visione e dei valori comuni, oltre a un’alta considerazione della libertà di espressione dei singoli. Sono fiducioso che sarà un’ottima base per lavorare insieme.
Che ne pensa dell'attuale governo amministrativo della città, con Corsaro sindaco? Per esempio: lei è giovane, pensa che per i giovani si stia facendo abbastanza?
Sia la Lega sia Fratelli d’Italia hanno sempre convintamente sostenuto il sindaco: il mio passaggio non rappresenta alcuna rottura nella fiducia. La competenza dev’essere la prima virtù di un primo cittadino e l’esperienza di Corsaro ha dato prova di ciò.
Il nuovo polo Informagiovani di via Laviny è stata un’iniziativa meritevole, uno spazio rinnovato a sostegno dell’orientamento universitario e lavorativo. Su questo l’amministrazione ha saputo vedere lontano. Valorizzare Vercelli come polo universitario, attrarre opportunità lavorative equivale a garantire un futuro per le nuove generazioni e questa rimarrà una delle priorità dei prossimi progetti.
Ci racconta le sue esperienze politiche, se ne ha avute, prima di questa come consigliere?
Feci ingresso in Lega nel 2018, con alle spalle un trascorso di attivismo in un movimento giovanile di destra identitaria e senza ancora contemplare la possibilità di candidarmi al Consiglio. Scelsi il partito per alcune affinità che percepivo tra i miei valori e il programma, con una certa riserva data dalle inevitabili differenze tra attivismo e politica istituzionale. Negli anni la mia sensibilità è certamente maturata, ma l’interesse per la metapolitica e il fronte culturale è rimasto vivo ed è ciò che ancora oggi anima la mia visione: qualunque forza politica intenzionata a sopravvivere a più di una tornata elettorale deve investire su questo.
Ci dica di lei. Vita, hobby, famiglia. Del suo rapporto con la città.
Sono nato e cresciuto a Vercelli, anche se di origini sparse tra Italia ed Europa Orientale. Il mio affetto per la città non è stato ereditato ma è cresciuto timidamente e solidamente, privo di quei legami tra famiglia e terra d’origine a cui ho sempre guardato con fascino.
Dopo essermi laureato in scienze internazionali e istituzioni europee, sto ora portando avanti un percorso di laurea in psicologia con l’obiettivo di lavorare in ambito clinico integrando diverse discipline e sensibilità in un approccio olistico. L’impegno politico è sorto spontaneo dalle mie passioni e dai miei interessi intellettuali: è un valore aggiunto alla vita mosso dal desiderio di rendermi protagonista e non semplice spettatore del futuro.
Si sente uno che lascia la barca (della Lega) perché sta affondando?
La mia è stata una scelta dettata da affinità valoriale frutto di una lunga osservazione. Riconosco che la gestione degli obblighi e delle restrizioni sanitarie, pienamente appoggiate dalla Lega locale, ha provocato una rottura su princìpi che non ritengo negoziabili. Credo che sia proprio su come gli individui si pongono su questi, e non sulle ondivaghe dichiarazioni dei partiti, che occorra basare i propri giudizi e le proprie scelte: per questo ho posto la mia fiducia nel Segretario e nella squadra di Fratelli d’Italia: puntiamo entrambi al lungo periodo e guardiamo agli stessi valori.
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