C'è anche una vercellese tra le undici persone denunciate per l'importazione di pellet contraffatto sul quale non veniva pagata l'Iva, ottenendo così maggiori guadagni. La donna, B.T., 50 anni è stata denunciata dalla Guardia di Finanza di Udine, mentre un uomo di 65 anni di Ivrea è finito agli arresti. Secondo gli investigatori il gruppo avrebbe evaso tasse per circa undici milioni di euro.
A far partire l'inchiesta, nel 2017 l'accertamento su un anomalo flusso di pellet importato a Udine da due aziende locali, gestite da cittadini russi. I finanzieri hanno iniziato ad analizzare gli scambi commerciali della filiera di importazione e vendita del combustibile, facendo emergere un sistema, architettato da cinque piemontesi, tra cui un commercialista, e dai due russi, per far passare attraverso società di comodo il materiale acquistato in Austria, Slovacchia e Slovenia, dove il gruppo aveva società fittizie e dove la vercellese e l'eporediese, oltre alla frode fiscale, avevano anche commesso altri reati, tra cui la sottrazione di identità a due cittadini romeni per ottenere fidi bancari e conti correnti.
Al termine dell'indagine la procura di Udine ha disposto il sequestro di beni e valori per 3,5 milioni di euro, mentre il pellet sequestrato, oltre 750.000 chili, verrà devoluto ad organizzazioni umanitarie per l’impiego a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali.