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Scuola | 04 febbraio 2017, 14:48

Giorno della Memoria con gli studenti del Lagrangia

LE INIZIATIVE DEI LICEI DI SCIENZE UMANE, LINGUISTICO, MUSICALE, ARTISTICO, CLASSICO ED ECONOMICO SOCIALE

Giorno della Memoria con gli studenti del Lagrangia

27 gennaio: la data del Giorno della Memoria non passa inosservata per gli studenti dell’Istituto Superiore Lagrangia di Vercelli che hanno approfondito il tema dell’Olocausto in modi diversi ma sempre efficaci.

Ad esempio, le classi del biennio dell’Istituto Rosa Stampa nella sede di corso Italia, che ospita i Licei delle Scienze Umane, il Linguistico, il Musicale ed il Liceo Artistico, hanno assistito alla proiezione del celebre film ‘Il pianista’ di Roman Polanski, mentre gli alunni più grandi hanno affrontato un capolavoro più recente, ‘Il figlio di Saul’ di Laslo Nemes, crudo e toccante e ‘Lettere da Berlino’, di Vincent Perez.

Inoltre rappresentanza del Lagrangia, una ventina di allievi del triennio del Liceo Artistico e quattro allievi del Liceo Classico, accompagnati dalla prof.ssa Emanuela Pensotti, hanno partecipato al Flash Mob voluto dalle Istituzioni cittadine.

Gli alunni del Liceo Artistico Alciati della sede di Trino vercellese hanno assistito alla presentazione di ‘Una stella tranquilla’, co l’intervento dell’autore, Pietro Scarnera, al Teatro Civico di Trino, il 31 gennaio 2017.

Per finire, le classi del biennio della sede di via Duomo, le quarte e quinte ginnasio del Liceo Classico e la I e la II classe del Liceo Economico Sociale, dopo aver letto il romanzo ed approfondito con i docenti il tema della Shoah, hanno assistito mercoledì 25 gennaio allo spettacolo teatrale “L’amico ritrovato” di Fred Uhlman ad opera dell’associazione Teatro Macondo di Roma. Referenti di tutti questi appuntamenti e docenti Rita Giublena e Giovanna Vinci, coordinate dalla Dirigente di Istituto, Adriana Barone.

Infine la classe IIIC del Liceo Classico Lagrangia ha ideato e realizzato, nella sede storica di via Duomo, ‘Binario 21. Treno in partenza. Verso dove? Perché?’ una installazione sul tema del ‘viaggio’ verso i lager, prendendo spunto dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, dal quale partivano i treni per i campi di concentramento, ora sede di un museo commemorativo. L’ampio scalone dell’istituto si è trasformato in un luogo irreale e suggestivo, un ‘binario verso il nulla’ che porta verso la scritta ‘Arbeit mach frei’, la terribile ‘Il lavoro rende liberi’ del cancello all’ingresso di Auschwitz. Decine e decine di pensieri sul tema dell’inutilità della morte e sulla violenza, scritti dagli alunni di tutte le classi, in particolare quelle del triennio, fanno da cornice al viaggio verso l’ignoto.

Nella mattinata del 30 gennaio, alla presenza della Presidente della Comunità ebraica di Vercelli, Rossella Bottini Treves, accompagnata da Sara Minelli e con la partecipazione dell’assessore alle Politiche Giovanili ed alla Scuola del Comune di Vercelli Andrea Raineri, gli alunni della classe IIIC hanno ricordato, con una sobria e toccante cerimonia, guidata dalla voce narrante di Paolo Giordani e dal violino, dolce e malinconico di Elena Fiorani, gli ebrei della Comunità Ebraica di Vercelli che non tornarono mai più a casa. I loro nomi, scanditi ad uno ad uno, sono risuonati nel silenzio degli ampi spazi dello scalone ottocentesco, trasformando una ‘normale’ mattinata di scuola in un rito dedicato al ricordo ed alla memoria. Molto coinvolta, la dott.ssa Bottini Treves, ha ringraziato docenti e ragazzi del lavoro svolto e del sentimento dimostrato per eventi coì tragici e non così lontani.

La Storia universale che diventa esperienza individuale, ecco come hanno descritto questa loro esperienza alcuni alunni della classe interessata, la IIIC del Liceo Classico Lagrangia di Vercelli.

In data 30 gennaio, presso il Liceo Classico Lagrangia, si è tenuta una commemorazione circa la deportazione degli Ebrei negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Gli alunni della III C, sotto la coordinazione della professoressa Carla Barale, hanno elaborato un’installazione grafica raffigurante le drammatiche tappe del viaggio dei deportati italiani, stipati sui vagoni del Binario 21. Tale manifestazione ha permesso a tutti i presenti di ricordare come un tragico evento del passato non debba rimanere chiuso nella sterilità di un libro di storia ma sensibilizzare le nuove generazioni affinchè i problemi sociali, che affliggono la società odierna, non vengano visti con indifferenza.” – Matteo Cavagnetto

In questa occasione più che in ogni altra ricordare un evento così rilevante mi ha toccato, perché come è giusto ricordare ciò che l’uomo compie di positivo nei confronti di altri uomini, così è giusto, anche se con rammarico e turbamento, ricordare cosa l’uomo possa fare pur di soddisfare il proprio ego e affermare la sua infima superiorità sui propri simili; superiorità basata solo sulla violenza e prevaricazione, dimostrando di non avere la minima sensibilità e rispetto per la pace e fratellanza. Inoltre il fatto di avere ricostruito la situazione del binario 21 di Milano mi ha aiutato a immedesimarmi, anche se solo in parte, nella tragedia vissuta dagli innocenti; a sentirmi il più possibile vicino loro, dimostrando che ricordandoli la loro anima continui ad essere con noi, e sperando che questo avvenimento tragico possa costituire un esempio per il futuro, affinchè non si ripeta più.” – Pietro Buccheri

L’intuizione di allestire lo scalone della scuola come fosse un binario del treno che portava a un campo di sterminio l’ha avuta un nostro compagno, Lorenzo, e la realizzazione dei binari stessi nonché del cancello del luogo è espressione delle capacità di ognuno di noi. La nostra professoressa di religione, anche quest’anno, è riuscita a far sì che l’idea e il suo sviluppo partissero dagli alunni. Indicare poi il binario con il numero 21, quello di Milano centrale, e innalzare sul cancello l’inconfondibile scritta del campo di Auschwitz ha caricato l’opera di un forte valore emotivo. La parte più difficile da realizzare è stata, a parer mio, l’esprimere un proprio pensiero, una propria riflessione per ricordare il dramma. Non è facile infatti esprimersi senza cadere nel banale, senza ripetere qualcosa che è già stato sentito; ed è qui, però, che io vedo la realizzazione massima della Giornata della Memoria: dedicare qualche minuto, qualche attimo a pensare alle persone che hanno perso la vita in quegli anni, anche se spesso con una riflessione superficiale e di poco conto, è il miglior modo per mantenere viva la commemorazione di quegli eventi ormai lontani.”- Paolo Giordani


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