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Cronaca | 23 dicembre 2017, 20:10

Scomparsa nel nulla. E riapparsa cadavere

TANTI INTERROGATIVI DIETRO LA DRAMMATICA FINE DI FRANCA MUSSO, UNA DONNA RISERVATA, CHE CONDUCEVA VITA DIFFICILE E CHE A TRONZANO VARIE PERSONE RICORDANO

La zona in cui venne ritrovata la valigia

La zona in cui venne ritrovata la valigia

Piccoli indizi. Faticosi da trovare, ma che, messi in fila, uno dopo l'altro, potrebbero chiarire la tragica fine di Franca Musso, la 54enne di Tronzano trovata cadavere, lo scorso novembre, in una valigia verde abbandonata nei boschi di Alice Castello.

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Della donna si erano perse le tracce dall'autunno del 2016, quando i familiari ne denunciarono la scomparsa. Viveva in una cascina, sbarcava il lunario con qualche espediente e lavori saltuari. In paese qualcuno la ricorda girare in bicicletta, spesso la si incrociava nei pressi di un bar; talvolta aveva sembrava un po' alticcia. Ma si trattava di una persona riservata, di poche parole. Molti la ricordano, ma nessuno la conosceva veramente. Per un certo periodo aveva avuto un compagno, che poi se ne era andato, aggravando anche la sua situazione. In paese, però, tutti, anche chi non la conosceva è rimasto sconcertato da una fine così drammatica.

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Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Francesco Alvino, devono ora far luce sulle cause della morte, su come il cadavere sia finito in quella valigia e su come la valigia sia finita nei boschi di Alice Castello. A parte la morte - le cui cause al momento sono ignote - tutte le altre azioni presuppongono il coinvolgimento di almeno un'altra persona. E qui, ovviamente, gli scenari che si aprono sono molteplici e cupi: anche per chi deve indagare.

I reati finora ipotizzati, a carico di ignoti, sono abbandono e occultamento di cadavere. Ma l'indagine potrebbe prendere un'altra piega quando i Ris e l'anatomopatologa Cristina Cattaneo riusciranno a stabilire le cause della morte. Un'impresa tutt'altro che facile viste le condizioni in cui si presentava il cadavere.

Il corpo di Franca Musso, ripiegato all'interno di una vecchia valigia, venne trovato in avanzato stato di decomposizione, tanto che all'inizio non fu nemmeno possobile capire se si trattasse di un uomo o di una donna. Però non si erano trovati segni tali da far presumere che la morte, risalente ad almeno 6 o 8 mesi prima, derivasse da un atto violento.

Nel giro di un paio di mesi, comunque, i piccoli indizi hanno già portato a importanti risultati. La dottoressa Cattaneo ha prima stabilito che si trattava di una donna tra i 50 e i 60 anni, poi gli investigatori sono risaliti al suo nome grazie alla matricola impressa in una protesi vertebrale. Stabilire le cause della morte sarà un altro importante passo avanti.

redaz

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