La presentazione del candidato sindaco di Italia Viva (con + Europa) Fabrizio Finocchi, la presenza a Vercelli dell'ex ministro, nonché braccio destro di Matteo Renzi, Elena Maria Boschi: è piena, la sala Biginelli dell'Ascom, nel pomeriggio di venerdì.
La Boschi incanta un po' tutti, con il suo sorriso e la sua gentilezza. Prima della conferenza stampa c'è la coda per un selfie con lei.
Finocchi, da parte sua, inaugura la campagna elettorale con toni forti: contro il centrodestra, che ha deciso il nome del candidato su “indicazioni romane”, ma anche contro le precedenti amministrazioni comunali, che poco hanno fatto, per esempio, nel settore della sicurezza e per quello della sanità «dove si può intervenire facendo sentire la voce del territorio» ha precisato.
A fare gli onori di casa Francesca Tini Brunozzi, presidente provinciale del partito, da anni impegnata con Italia Viva, grande sostenitrice di Renzi. È stata lei a prendere per prima la parola. «Diamo il via oggi alla nostra campagna elettorale con il nostro candidato sindaco Fabrizio Finocchi». Applausi dei circa 70/80 presenti (quanti insomma ne consente la Sala Biginelli).
Con la Boschi e Finocchi, al tavolo dei relatori, la senatrice Silvia Fregolent, il senatore Enrico Borghi, la giornalista Michela Trada, presentatrice e moderatrice dell'incontro.
In prima fila, tra gli altri, due ex assessori della giunta Forte: Emanuele Caradonna e l'avvocato Mario Cometti, presidente di Italia Viva Zona Basso Vercellese, nonché la "pasionaria" radicale Roswitha Flaibani.
Silenzio assoluto in aula quando parla la Boschi. Che invita al voto per l'Europa. «Dobbiamo bloccare l'avanzata delle destre sovraniste, ma dobbiamo fare attenzione anche a una sinistra sempre più massimalista. Questa Europa non funziona. Ci vorrebbero più soldi per la sanità, per esempio, ma da questo orecchio la Meloni non ci sente. E ci vorrebbe una maggiore snellezza: i 27 Commissari dell'Unione sono troppi e fanno fatica a coordinarsi».
Finocchi, da parte sua, ha puntato l'indice su questa prima fase della campagna elettorale: «Le spaccature non sono sui temi, ma sui nomi, e questo non va bene.» Sul suo passato politico dice: «Sono stato messo da parte perché troppo scomodo».
Piccola nota stonata o forse no: a tratti, mentre gli oratori parlavano, in via Laviny qualcuno cantava, anche bene, però... Insomma, c'è stata anche un po' di colonna sonora.