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Gattinara-Valsesia | 30 agosto 2023, 08:19

Tra Rovasenda e Pontcharra 50 anni di incontri, scambi, cultura

Il gemellaggio nel segno del Bayardo compie mezzo secolo

Tra Rovasenda e Pontcharra 50 anni di incontri, scambi, cultura

Rovasenda, il Comune di Baraggia che sta conoscendo un nuovo Rinascimento, sabato 26 agosto ha festeggiato il 50° anniversario del gemellaggio con il comune francese di Pontcharra, nel Grésivaudan, tra Grenoble e Chambery, che porta un nome derivante dal latino: pons e carrum, alludendo alla sua particolare posizione strategica e alla presenza dell’impetuoso torrente Breda, che nel XIII secolo fu valicato con la costruzione di un ponte in pietra. 

Una delegazione ufficiale,  con a capo il Sindaco di Rovasenda, Gian Paolo Baietti, gli amministratori Paola Stocchi, Massimo Orlandini, Valter Vezzù, la responsabile del gemellaggio Ileana Vezzù, la Presidente della Pro Loco, Flora Patriarca, la funzionaria del comune, Antonella Giavara, alcuni amministratori, gli ex Sindaci Carlo Goio e Graziella Erbetta, ed una cinquantina di abitanti del paese, con una decina di bambini e ragazzi, si sono recati nella cittadina francese in occasione della Festa della Rosière, durante la quale viene premiata la giovane donna, di età compresa tra i diciassette ed i vent’anni, che maggiormente si impegna a scuola e nel sociale, dimostrando generosità e spirito di servizio. Questo premio risale agli inizi del secolo XX quando Alexis Paradis, un ricco ereditiero nativo del paese, donò le sue sostanze, istituendo un legato annuale per la ragazza “plus sage”, costituendole una dote per il matrimonio.

Il gemellaggio con Pontcharra nacque all’inizio degli anni Settanta, quando la Comunità Europea, che contava allora sei stati membri, progettava di allargarsi e si cominciava a pensare ad una moneta unica. In questo contesto di entusiasmo e di cooperazione, si promossero numerosi gemellaggi tra città di nazioni diverse.

Rovasenda nel 1971 festeggiò il Millennio di esistenza documentata e, grazie alle ricerche dello storico Arnaldo Colombo, fu posta una targa commemorativa nella piazza del castello per ricordare Pierre Terrail, Seigneur de Bayard, ferito mortalmente al fianco destro da un colpo d’archibugio nel 1524.  Il Cavalier Bayardo, al servizio del re di Francia nelle guerre d’Italia, con le sue truppe si stava ritirando, incalzato dalle truppe spagnole: la sua morte assurse a simbolo, sia per il valore del personaggio: “Le chevalier sans peure et sans reproche”, il cavaliere senza macchia e senza paura, ma soprattutto perché con l’avvento delle armi da fuoco, segnò la fine della cavalleria. In “Bayard, le chevalier oubliè”, recente romanzo di Yves de Chazournes, si legge: “Avec lui finit le Moyen Age et commence un nouveau monde entre guerre de Cent Ans e guerres de Religion”, con Bayardo finì il Medioevo e cominciò una nuova epoca tra Guerre dei Cent’Anni e guerre di Religione.

Il luogo esatto della morte del cavaliere è ancora oggi discusso fra gli storici, ma per Rovasenda è certo, e su quella convinzione di essere stati l’ultimo asilo del Cavaliere, nacque l’idea di gemellarsi con il Comune francese che, nel 1476, aveva dato i natali a Bayardo: Pontcharra.

Grazie all’impegno ed alla determinazione dei due Sindaci: Alfeo Vezzù e Jean Menetrey, al sostegno del Conte Giuseppe di Rovasenda e dell’allora Pievano, Don Mario Fasolini, il gemellaggio divenne una realtà e il 19 agosto 1973 a Pontcharra, con una grandiosa manifestazione, organizzata durante la "Fête de la Rosière", i Sindaci firmarono la pergamene che sancivano il patto di fratellanza fra i due centri, che è ancora vivo e vitale dopo mezzo secolo. Nel 1974 a Rovasenda, durante la festa patronale - fatta coincidere con l’ultima domenica di maggio, mese dedicato alla Madonna alla quale è intitolata la chiesa parrocchiale - giunsero trecento francesi con un treno speciale per siglare il gemellaggio in Italia. Da allora ogni anno queste manifestazioni sono continuate, diventando l’occasione di inviti e di incontri reciproci tra gli abitanti delle due cittadine: questi scambi di ospitalità hanno creato profondi legami di amicizia, superando confini e differenze per creare un’unica comunità. Ai giovani studenti delle scuole secondarie è stata offerta l’opportunità di incontrarsi, condividere tradizioni, costumi e valori.

Nel 1999, ai piedi della storica torre, che vide la morte del prode guerriero, venne piantata una quercia di Baraggia, albero di grande forza e vigore, che è diventata sempre più bella e maestosa con il trascorrere degli anni. La quercia getta la sua ombra sulla “Pierre de Bayard” proveniente dal Delfinato, che mezzo secolo fa i carrapontini portarono in dono a Rovasenda.

La cerimonia ufficiale per celebrare i cinquant’anni di gemellaggio è iniziata con il discorso dell’attuale Sindaco di Pontcharra, Christophe Borg, che ha definito la città: “Ville d’histoire, mais aussi ville à vivre e solidaire”, ringraziando il Sindaco di Rovasenda e la Comunità per il dono del monumento realizzato dall’artista gattinarese Ruben Bertoldo e posto davanti al municipio, annunciando che, in occasione della visita del prossimo anno, sarà donato a Rovasenda un bronzo raffigurante il Cavalier Bayardo, copia di una statua equestre rubata, che lo scultore Daniel Favre sta realizzando per Pontcharra e per Rovasenda. Il Sindaco ha ricordato che nel 2024 ricorrerà anche il cinquecentesimo anniversario della morte del Bayardo e con l’associazione “Les amis de Bayard”, rappresentata dal segretario Jean Pierre Pauze, si sta organizzando un ricco programma di visite e conferenze. Gian Paolo Baietti, Sindaco di Rovasenda, ha contraccambiato i saluti e ringraziato per la consueta generosità e cordialità con le quali i rovasendesi sono stati accolti, ricordando che il monumento donato vuole proprio sottolineare l’unione delle due Comunità, come ha spiegato l’autore dell’opera, l’artista Ruben Bertoldo  che ha voluto intitolarlo “Armonia”: “Due uomini, uno di fronte all’altro, tengono insieme una spada rivolta verso l’alto, simbolo di speranza nel futuro condiviso dalle due città gemellate, unite dal ricordo e dal valore del prode cavaliere”.

Jeannine Buch, presidente dell’Associazione Amitié Pontcharra-Rovasenda dal 2017, che fu la Rosière del gemellaggio nel 1973, ha ricordato tutti i fondatori dell’Associazione, salutando i presenti Ginette e André Roche, Joseph Salemi, Bruno Mathon, Christelle Rozè e tutti coloro che continuano a lavorare per sostenerla anche in Italia: Antonella Giavara, Umberto Maiolani, Ileana Vezzù: “Abbiamo costruito ponti che hanno superato le barriere linguistiche e culturali, creando i presupposti per un futuro di collaborazione e solidarietà, pilastri del nostro comune agire”. In occasione del cinquantesimo del gemellaggio, l’Associazione Amitié Pontcharra-Rovasenda, creata nel 1992 per far conoscere meglio il gemellaggio alla popolazione locale, ha pubblicato un importante libro-ricordo bilingue, che, attraverso fotografie, immagini, ricordi, interviste, ripercorre questo mezzo secolo di amicizia. 

Il libro è stato donato agli amministratori ed agli organizzatori del gemellaggio, ma una copia con dedica è stata offerta ufficialmente alla Biblioteca di Rovasenda, intitolata al Professor Arnaldo Colombo, rappresentata da Piera Mazzone, che ha ampiamente illustrato il dono degli oltre trenta libri scritti dallo studioso rovasendese, uomo di scuola, erudito, letterato, ma anche uomo di profonda Fede, che saranno accolti nella Mediathèque di Pontcharra.  Arnaldo Colombo partecipò sempre con discrezione alla vita del gemellaggio, stringendo rapporti di amicizia e di studio con Jean Baccard e Jacques Viret, Presidenti di Les Amis de Bayard. In ricordo di questo legame di cuore e di studio è stata donata all’Associazione storica una copia di tutte le pubblicazioni di Arnaldo Colombo, connotate da un forte impegno civile e democratico, che spaziano tra letteratura, poesia e storia, incentrate sulle vicende storiche della Comunità rovasendese, unite a monografie dedicate al Bayardo ed al Biondino, il famoso brigante di risaia, figure contrapposte, ma egualmente audaci e coraggiose, oltre che al grande scrittore Cesare Pavese.

I commercianti della centrale rue Laurent Gayet, in occasione della festa del gemellaggio, hanno decorato le loro vetrine con foto d’epoca e con i prodotti e le bandiere dei due paesi.

Per i rovasendesi all’arrivo è stata organizzata una visita alla torre d’Avallon, che domina il paese, ricostruita nel 1896 sulle rovine del castello di Ugo di Avallon. André Roche ha inserito nelle sue spiegazioni un’ampia disamina del territorio della Valle della Maurienne e della Tarantaise, ricordando il disastroso terremoto del 1248 che sotto i detriti di ottocento metri di montagna seppellì cento villaggi con i loro abitanti, e la clamorosa scoperta, avvenuta nel 1968, di una grotta nel massiccio della Chartreuse, contenente i resti di centinaia di orsi. 

Domenica 24 agosto, dopo la tradizionale Messa della Rosière, il concerto offerto da l’”Harmonie les Enfants de Bayard”, seguito dall’incoronazione di Tamara Drecq, 116 Rosière in musica. Al termine a tutta la popolazione è stato offerto un aperitivo in musica. La Riseria di Rovasenda, di Virgilio Tomasoni, ha allestito uno stand espositivo del riso e dei prodotti a base di riso, mentre la Pro Loco di Rovasenda ha offerto una gustosa degustazione di “panissa”, il tipico risotto vercellese.

Al ritorno i quasi trecento chilometri che separano Pontcharra da Rovasenda sono stati colmati di ricordi e di progetti per il futuro. Arrivederci alla fine di maggio del 2024: si stanno preparando grandi cose.

Piera Mazzone

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