Riceviamo e pubblichiamo.
Dopo l’infarto coronarico acuto che mi ha ha colpito il 9 agosto scorso, e dopo i quattro giorni di degenza al “Sant’Andrea”, di cui due in terapia intensiva, adesso che sono tornato a casa voglio ringraziare tutti coloro, sanità pubblica in testa, che mi hanno prima salvato la vita e poi accudito con straordinaria professionalità e umanità.
Il primo grazie va all’amico cardiologo Sergio Macciò, che dopo il malessere accusato mentre mi trovavo in casa (un leggero bruciore allo stomaco e crampo ad un braccio) ha capito che poteva essere qualcosa di grave dicendomi di andare subito in una farmacia dove fossero attrezzati per l’Elettrocardiogamma collegato con la Telemedicina.
Grazie al consiglio del dottor Macciò, accompagnato da Angela, compagna di vita, mi sono recato alla Farmacia Gallo di Caresanablot. Proprio durante l’elettrocardiogramma è stato registrato l’infarto. La dottoressa della farmacia mi ha avvertito che l’infarto era in corso, e ha chiamato il 118. In pochi minuti è arrivata un’ambulanza della Croce rossa. Dunque grazie alla farmacia Gallo, al 118 e alla Croce rossa. Intanto, avvisato dell’evolversi della situazione, il dottor Macciò aveva provveduto ad avvisare l’Emodinamica.
Arrivato in ospedale, ho trovato ad attendermi un’équipe straordinaria che in pochi minuti mi ha preparato per l’angio-coronarografia, che ho potuto seguire direttamente, su un grande monitor, con le spiegazioni di una dottoressa straordinaria qual è Elodi Bacci. In pochi istanti, l’angioplastica, con l’utilizzo di uno stent, ha risolto il trombo all’arteria coronarica occlusa. Vedere in diretta il sangue che stava ritornando verso il cuore è stato un momento che non cancellerò mai dai miei ricordi.
La dottoressa Bacci è stata però estremamente franca: “Per stabilire se l’intervento è riuscito e se il suo cuore è in sofferenza oppure no, sarà necessario tenerla sotto osservazione due giorni in terapia intensiva. Lei non è ancora fuori pericolo: dopo 48 ore ne sapremo molto di più”.
Un grazie quindi enorme alla dottoressa Bacci, ma anche a tutta l’équipe del primario di Cardiologia (con Emodinamica e Unità di Terapia intensiva cardiologica comprese) Francesco Rametta. Grazie dunque ai dottori Mohamed Abdirashid, Marzia Bertolazzi, Chiara Cavallino, Oreste De Vivo, Virginia Di Rucco, Serena Favretto, Lorena Ferrarotti, Elisa Maggi, Massimo Magnano S.Lio, Ludovica Maltese, Stefano Mazza, Federica Mazzoleni, Domenico Oriente, Elisa Rondano e Fabrizio Ugo.
Grazie alla coordinatrice infermieristica Giuseppa Debole a tutto il personale tecnico ed infermieristico della Emodinamica, a tutte le infermiere e tutti gli infermieri della Terapia intensiva e di Cardiologia; grazie alle fantastiche e ai fantastici Oss, che, come i medici e gli infermieri, agiscono con ammirevole professionalità, rispetto e cortesia nei confronti dei degenti. Un grazie particolare all’amica radiologa Annalisa Oppezzo che mi ha seguito, passo passo, dall’inizio dell’emergenza e che mi sta seguendo tutt’ora con amicizia e affetto
Vorrei solo aggiungere che ho ricevuto questo trattamento semplicemente perfetto non perché fossi il Lupo Bianco. Cardiologia lo riserva a tutti è una vera eccellenza della nostra sanità. Poi, mentre mi stavano dimettendo ho avuto le visite di cortesia del primario Francesco Rametta, della direttrice generale dell’Asl Eva Colombo e del direttore sanitario di presidio dottor Scipione Gatti: e di questa cosa li ringrazio di vero cuore.
Infine, mi sia consentito un appello. Ho rischiato grosso e sono stato salvato, adesso mi sto riprendendo e i prossimi due mesi, seguendo le cure che mi sono state prescritte, saranno determinanti sul pieno recupero fisico e psicologico.
Parto da questa considerazione per invitare tutti ad avere cura di sé stessi dando peso ad ogni segnale che il nostro organismo può lanciarci in qualunque momento. Quando il 9 agosto, verso l’ora di pranzo, ho avuto quel bruciore allo stomaco ho pensato ad un reflusso gatroesofageo, da trattare banalmente con un farmaco anti-acido. Ma il contemporaneo dolore al braccio, un vero crampo, ha messo in allarme il dottor Macciò. Mi è stato detto che quei disturbi potevano anche passarmi dopo qualche ora, qualche giorno. Ebbene, sarei morto senza quell’elettrocardiogramma.
Se siete oltre i cinquant’anni, e avete una storia familiare segnata dalle cardiopatie, se fumate, bevete alcolici (cosa che io non faccio: ma il mio padre naturale era morto giovane, proprio di infarto), al primissimo sintomo chiamate il vostro medico, consultatevi con lui e andate a farvi un Ecg: ormai buona parte della nostre farmacie ha questo tipo di servizio. Dovete volere bene al prossimo, ma anche a voi stessi. Riguardatevi, fidatevi della sanità. Io sono vivo per proprio questo motivo.