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Arte e Cultura | 16 ottobre 2017, 11:43

C'è una necropoli che restituisce tesori (esposti a Torino)

SCOPERTA NEL 2016 A GATTINARA, RISALE AL V - IV SECOLO AVANTI CRISTO: 76 TOMBE CON CORREDI FUNERARI UNICI NEL LORO GENERE. PERCHE' NON PARLARNE SUL TERRITORIO?

C'è una necropoli che restituisce tesori (esposti a Torino)

Per scorpire che alla periferia della propria città è venuta alla luce una necropoli della civiltà golasecchiana e che questa ha restituito corredi di elegantissima fattura, i gattinaresi devono andare a Torino, al Museo di Antichità, dov'è in corso la mostra "Prima del bottone. Accessori e ornamenti del vestiario nell'antichità".

Può sembrare un paradosso, eppure è così.

Nel 2016, nel corso degli scavi condotti per la posa del metanodotto, da qualche parte nel territorio gattinarese è stata scoperta una necropoli golasecchiana: 76 sepolture datate tra il V e il IV secolo avanti Cristo, con ricchi corredi (in bronzo, argento, ferro, ceramica e addirittura legno), splendidi bronzi di ornamento, tra cui un bellissimo bracciale con 40 pendenti in bronzo, corallo e osso lavorato del V sec. a.C., unico nel suo genere. Oggetti bellissimi, carichi di storia e di fascino: oggetti (come si può leggere nella presentazione della mostra) "esposti in anteprima assoluta alla mostra torinese".

Talmente in anteprima che, probabilmente, nemmeno i gattinaresi sanno della loro esistenza. Almeno a giudicare dalla sorpresa provata da chi - per scelta o per un caso - si è trovato a visitare la mostra. Al "caso Gattinara" è infatti dedicato uno spazio a sé stante dell'esposizione e la fattura dei reperti incanta (come fa giustamente notare una lettera sul sito internet Gattinara-online che per primo ha parlato della questione).

Ma qualche interrogativo non può non sorgere. Gli scavi archeologici vanno - giustamente - svolti nelle condizioni di massima sicurezza e preservati dai danni e dalle lunghe mani di qualche tombarolo.

Ma perché la comunicazione sui ritrovamenti - e quindi anche sulla storia di un territorio e di chi lo ha vissuto nei secoli e nei millenni prima di noi - deve passare solo dai saggi per addetti ai lavori o da mostre che spesso non vengono nemmeno promosse sul territorio da cui arrivano i reperti? Perché non può invece essere effettuata attraverso canali che arrivino a più fasce della popolazione? Quante persone, nel vercellese, se avessero saputo di queste scoperte effettuate a Gattinara si sarebbero interessate, magari andando a visitare la mostra a Torino, magari promuovendo serate culturali per parlare di ciò che stava emergendo, magari dando vita a qualche altro progetto, ancora più innovativo e coinvolgente?

redaz

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