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Salute | 16 febbraio 2017, 10:39

Un laser combinato per la mini chirurgia urologica

ALL'OSPEDALE SANT'ANDREA NUOVE TECNICHE PER IL TRATTAMENTO DI VARIE PATOLOGIE (DALLA CALCOLOSI ALL'IPERTROFIA PROSTATICA)

Un laser combinato per la mini chirurgia urologica

L’attività chirurgica mini invasiva della struttura complessa di urologia dell’ospedale Sant'Andrea di Vercelli da circa un anno si è arricchita di una ulteriore strumentazione laser che amplia l’approccio mini invasivo a nuove patologie.

A una chirurgia in cui le tecniche laparoscopiche sono ampiamente sfruttate si aggiunge l’utilizzo di un laser combinato holmiun-thulium che permette di eseguire un’ampia gamma di trattamenti innovativi e mini invasivi: per patologie oncologiche, ma anche per patologie benigne come la calcolosi delle vie urinarie, ipertrofia prostatica e stenosi uretrali.

Già da tempo il trattamento della calcolosi con approccio di “bombardamento” dall’esterno è stato abbandonato e sostituito dal trattamento laser attraverso l’uso di strumentazione endoscopica flessibile che oltre a permettere di esplorare l’uretere ed il rene in tutte le sue cavità, permette di utilizzare fibre laser che determinano una completa polverizzazione dei calcoli.

Il vantaggio del laser combinato è quello di permettere l’uso anche per altre patologie benigne ed oncologiche. Infatti con la componente thulium è possibile trattare l’ipertrofia prostatica in modo endoscopico e mini invasivo, con un vantaggio per i pazienti in termini di minore degenza in ospedale in media di soli due giorni, e per la struttura di ridurre le liste di attesa ed i costi di degenza. Anche nelle stenosi dell’uretra il laser ha dimostrato una ottima validità poiché riduce nettamente lapossibilità di una nuova ricomparsa. La tecnologia laser permette anche il trattamento di alcune patologie oncologiche del rene e dell’uretere.

“In questi mesi – sottolinea il dott. Cipollone, direttore dell’urologia – mediante l’energia al Thulium è stato possibile sottrarre ad una dialisi certa pazienti che affetti da tumori superficiali dell’uretere e della pelvi renale altrimenti avrebbero dovuto togliere tali organi”.

Uno strumento tecnologico, dunque, che offre ampie possibilità di applicazioni, ma che soprattutto determina un beneficio per il paziente: aumento della mini invasività con riduzione dei tempi di degenza e ritorno alle normali attività quotidiane precocemente.

redaz

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