E’ allarme, da parte di Ance, Costruttori edili, per il rialzo esponenziale e smisurato dei prezzi dell'energia e delle materie prime che colpisce l’intera filiera delle costruzioni proprio nel momento in cui il comparto si sta rialzando grazie ai bonus edilizi e agli investimenti del Pnrr.
«Gli allarmi sui rincari incontrollati dei materiali e le oggettive difficoltà di approvvigionamento per i cantieri, che abbiamo ripetutamente segnalato nel corso degli ultimi mesi, sono ormai tristemente superati. Gli impianti industriali di produzione si stanno fermando perché non è più possibile sostenere i costi energetici e di fornitura - dice Luigi Falabrino, presidente Ance Vercelli Novara - Alcuni luoghi comuni vanno rimossi con le evidenze che desideriamo sottolineare: questa gravissima situazione non può rappresentare, come qualcuno sostiene, una “fiammata speculativa”; per la prima volta, non è un problema di risorse e di coperture finanziarie; il sistema produttivo si sta fermando per l’impossibilità di approvvigionarsi e quindi rispettare le scadenze contrattuali, a qualsiasi livello della nostra filiera; si preclude quindi alle imprese la possibilità di operare concretamente e redigere preventivi e listini se non con aggiornamenti pressoché quotidiani».
A questi problemi si aggiunge la guerra in Ucraina che rappresenta un ulteriore aggravamento dell’emergenza energetica che impedisce il normale approvvigionamento di alcune materie prime fondamentali nel processo costruttivo.
«Le misure prodotte dal Governo in materia di caro materiali - aggiunge Falabrino - sono insufficienti e le altre misure governative e regionali non hanno prodotto i risultati sperati. Apprezziamo comunque lo sforzo profuso da parte della Regione Piemonte che ha recentemente aggiornato il prezziario ma ora occorrono nuove misure immediate, mirate ed incisive. Nell’attuale paniere di rilevamento degli scostamenti annuali dei prezzi non rientrano né il carburante né l’energia e in compenso vengono considerate unità di misura sbagliate e voci per niente rappresentative».
Le Associazioni datoriali Ance, Aniem-Api, Cna e Confartigianato denunciano il rischio di totale paralisi dell’intera filiera delle costruzioni «che comprometterebbe, oltre alla riuscita delle opere previste con gli incentivi fiscali, anche la prossima esecuzione dei lavori previsti dal Pnrr. Stiamo assistendo a gare deserte o aggiudicazioni con un unico offerente partecipante. Si prospetta l’imminente pericolo di risoluzione dei contratti in corso e in divenire a causa di un’inadeguata copertura per la revisione dei prezzi - prosegue Falabrino, rilevando come - le Stazioni Appaltanti chiedono alle Imprese il rispetto di un cronoprogramma magari redatto due-tre anni fa e minacciano rescissioni contrattuali, l’escussione delle fidejussioni, il pagamento di penali e la segnalazione all’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, ma l’impossibilità a completare i cantieri non dipende da una cattiva volontà delle imprese affidatarie dei lavori. Prevediamo inevitabili conseguenze sui livelli occupazionali nonostante gli imprenditori stiano compiendo sforzi nel ridurre la marginalità di impresa a favore della prosecuzione dell’attività. Condizione però che non può protrarsi se non limitatamente nel tempo pena il default. Le nostre imprese si trovano in una situazione di profonda difficoltà che pone le premesse per un immobilismo totale del comparto con la conseguente mancata esecuzione delle opere e con le maestranze in cassa integrazione».
Per scongiurare questi rischi, nella speranza che questa situazione di estrema emergenza cessi in tempi rapidi, secondo Ance indispensabile concedere una moratoria e offrire un concreto livello di rinegoziazione dei contratti in itinere, sia nel pubblico che nel privato. In caso contrario sarà impossibile adempiere agli obblighi contrattuali anche nei cantieri assegnati due-tre anni fa ma consegnati all’esecutore in tempi recenti.