Mentre l'Europa presenta il conto ai costruttori, l'analisi dei dati di Novembre rivela che solo il Noleggio a Lungo Termine sta abbattendo realmente le emissioni (107 g/km). Noleggio Semplice: "Le aziende sono il vero motore della transizione ecologica, molto più degli incentivi spot ai privati".
Milano – C'è una bomba a orologeria che ticchetta sotto i sedili dell'industria automobilistica europea, e il display segna cifre da capogiro. Secondo le elaborazioni di Dataforce sui dati di novembre 2025, i costruttori auto (OEM) operanti in Italia hanno già accumulato sanzioni teoriche per quasi 2,8 miliardi di euro per il mancato rispetto dei target sulle emissioni di CO2. Nonostante l'iniezione di auto elettriche dell'ultimo mese, la media delle emissioni del mercato italiano è scesa di appena 1 g/km, attestandosi a 114 g/km, ancora lontanissima dall'obiettivo medio di 93,6 g/km. In questo scenario critico, emerge con chiarezza chi sta facendo la propria parte e chi no.
La "pagella" ambientale dei canali di vendita
Analizzando i dati per canale, si scopre che la transizione ecologica in Italia non la stanno facendo le famiglie, ma le flotte. Il canale dei privati, infatti, viaggia su una media di emissioni di 116 g/km, ben al di sopra della media di mercato, e contribuisce per oltre 1,6 miliardi di euro al monte sanzioni complessivo. Al contrario, il Noleggio a Lungo Termine (NLT) si conferma il comparto più virtuoso, con una media di emissioni di 107 g/km.
"I dati parlano chiaro: le aziende e le società di noleggio sono oggi l'unico vero driver di decarbonizzazione del parco circolante," afferma Alessandro Borrelli di Noleggio Semplice. "Mentre il consumatore privato, spaventato dai costi e dalle incertezze di ricarica, tende a rifugiarsi nell'usato o in auto termiche economiche, le corporate fleet hanno integrato i criteri ESG nei loro piani di mobilità. Chi sceglie il noleggio a lungo termine oggi accede a veicoli tecnologicamente avanzati, ibridi o elettrici, abbattendo drasticamente l'impronta carbonica."
Brand e Strategie: chi rischia di più
La situazione multe varia drasticamente da marchio a marchio. Tra i grandi gruppi, Volkswagen e Stellantis (con Fiat) si trovano a dover gestire passivi pesanti. Fiat, con una media di 117 g/km contro un target di 99,2, ha accumulato sanzioni teoriche per 235 milioni di euro. Ancora più complessa la posizione di Audi, che con 135 g/km di media rischia sanzioni per 263 milioni. All'opposto, chi ha puntato tutto sull'ibrido o sull'elettrico puro sorride. Toyota, grazie alla sua gamma full hybrid, è addirittura "a credito" di 6 milioni di euro. Ma i veri vincitori di questa partita sono i costruttori "native electric": Tesla e le cinesi BYD e Leapmotor vantano crediti milionari (rispettivamente +91, +154 e +48 milioni) che potranno verosimilmente rivendere agli altri costruttori.
Il ruolo del Noleggio nel 2026
Il 2026 sarà l'anno della verità. Con l'entrata in vigore dei nuovi, stringenti limiti CAFE, i prezzi delle auto termiche potrebbero subire rincari per compensare le multe. "In questo contesto, la formula del noleggio diventa uno scudo finanziario per le imprese e i professionisti," spiega Borrelli. "Le società di NLT, grazie al loro potere d'acquisto e alla rotazione programmata del parco auto, riescono ad assorbire meglio questi shock e a proporre canoni competitivi su vetture a basse emissioni. Non è un caso che, mentre il mercato retail crolla, il NLT mantenga una quota solida del 28,5% su base annua. Per le aziende, esternalizzare la flotta non è più solo una scelta operativa, ma una strategia finanziaria necessaria per evitare i costi occulti della transizione energetica."
Anche nel settore dei Veicoli Commerciali Leggeri (LCV), dove il diesel regna ancora sovrano con l'82% di quota , il NLT sta guadagnando terreno (+6,5% a novembre), dimostrandosi l'unica formula capace di accompagnare gradualmente anche la logistica verso soluzioni più sostenibili.
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