Hanno discusso le tesi lo scorso 12 novembre i nove laureandi in Terapia Occupazionale del corso di Laurea dell’Università Cattolica del Policlinico Gemelli di Roma presso la Casa di cura “Mons. Luigi Novarese” di Moncrivello, Vercelli. I laureandi hanno svolto il giorno precedente la prova pratica abilitante alla professione, mentre il 12 novembre si sono ritrovati nell’aula magna del complesso del Trompone, di fronte a un folto pubblico composto da parenti e amici, per discutere le tesi e venire proclamati dalla commissione dottori in Terapia Occupazionale. A giudicarli è stata una commissione composta dal professor Emanuele Marzetti, Renata Spalek, Simona Gestri, Stelvio Tonello, Giulia Mecca, Rachele Di Giovanni, Erika Bisio, Giulia Gallazzi, Dario Ellena e Roberto Del Vecchio, rappresentante del Ministero.
Ecco i nomi dei nove laureati, tra cui troviamo diversi 110 e lode: Alice Artuso, Claudia Corneglio, Arianna Corsetti, Andrea Lo Cicero, Rita Santoriello, Agnese Somaglino, Federico Stella, Carlotta Vassalli e Carlotta Zanin.
Vari gli argomenti delle tesi: dalla prevenzione dell’isolamento sociale in RSA attraverso la Terapia Occupazionale alla realtà virtuale immersiva e riabilitazione dell’arto superiore a tematiche più specifiche legate alla riabilitazione della mano post frattura sino all’impatto del gioco nell’era digitale sullo sviluppo in età evolutiva. Diverse le discussioni che hanno suscitato particolare interesse tra il pubblico e i relatori tra cui quella relativa all’indagine sull’abbigliamento e gli accessori per persone disabili.
La terapia occupazionale è rivolta a tutti pazienti, dai bambini agli anziani e, avendo come obiettivo la riabilitazione della persona, la aiuta a reinserirsi nelle normali occupazioni dell’esistenza quotidiana. Il corso universitario ha durata triennale e si articola in sei semestri con lezioni frontali e tirocini.
«I ragazzi che hanno conseguito il diploma di Laurea – spiega la direttrice del corso Renata Spalek – svolgeranno la loro professione all’interno di strutture sanitarie, socio-sanitarie, pubbliche o private, in regime di dipendenza o libero-professionale e lavoreranno nell’ambito della prevenzione, cura e riabilitazione dei soggetti affetti da malattie e disordini fisici e psichici, sia con disabilità temporanee che permanenti, utilizzando attività espressive, manuali – rappresentative e ludiche della vita quotidiana».




