Il mondo carcerario e quello delle istituzioni fianco a fianco per il recupero e il reinserimento dei detenuti. Martedì mattina è stato siglato un protocollo i tra Comune e Casa circondariale per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità da parte di sei detenuti che potranno essere impiegati in interventi di cura del verde o lavori di manutenzione, selezionati dallo staff educativo del carcere. Parallelamente, nel tenimento agricolo di Billiemme, altre sei detenuti saranno impiegati nella produzione di piantine e fiori da utilizzare nelle aree verdi pubbliche.
«E' il primo protocollo per lavori di pubblica utilità sottoscritto dalla struttura di Billiemme - ha detto il direttore, Giovanni Rempiccia -. Ha una forte valenza di recupero sociale e si affianca non solo alla riapertura del tenimento agricolo di Billiemme, ma anche a un momento di particolare attività che vede il carcere aprirsi verso la società e coinvolgere i detenuti stessi in attività di cura della struttura».
Rempiccia, in tal senso, ha ricordato non solo alcuni interventi strutturali avviati dopo l'allagamento dello scorso luglio, ma anche la riqualificazione di due reaparti portata a termine grazie all'impegno di un team di detenuti. «Oggi ciascuno di loro riceverà il mio encomio per il lavoro fatto», ha detto il direttore.
Realizzato grazie al confronto continuo tra gli uffici del settore Politiche sociali, la direzione del carcere e con il fondamentale contributo del Garante per i diritti dei detenuti, il protocollo è stato presentato dal sindaco Roberto Scheda alla presenza di numerosi consiglieri e assessori comunali, del prefetto Lucio Parente, del questore Giuseppina Suma, del colonnello Emanuele Caminada, comandante provinciale dell'Arma e del garante regionale Bruno Mellano.
«L'attenzione verso le persone non deve mai venire meno - ha detto il sindaco - e la città potrà trarre beneficio da questo protocollo».
Mellano si è deto intenzionato ad esportare il modello Vercelli anche in altre zone del Piemonte auspicando che questo sia la cornice entro la quale trovare modo di dare compiuta applicazione alla legge di riforma carceraria del 1975. Pietro Oddo, che da quasi un anno si occupa del Billiemme come garante, ha fatto un appello alla città e al mondo del volontariato per riuscire a mettere a terra l'attività coinvolgendo il carcere e la città in un rapporto di confronto e crescita.