“Da grande voglio fare il poliziotto per mettere il papà in galera, così non toccherà più la mamma”. E' partita da questa frase, detta da un bambino all'insegnante della scuola elementare di un centro del biellese l'indagine che ha portato all'arresto di un uomo, trovato in possesso di armi detenute clandestinamente e denunciato per maltrattamenti e percosse. Nel suo racconto, il bambino aveva aggiunto di essere arrabbiato col papà perché aveva più volte “sgridato” la mamma davanti a lui. La maestra, capita la gravità della situazione, aveva informato la direzione dell'Istituto scolastico che ha inviato una dettagliata relazione alla Procura della Repubblica di Biella, che ha quindi delegato i Carabinieri della Stazione competente a svolgere alcuni primi riservati accertamenti per verificare la situazione del nucleo familiare.
I militari dell’Arma, dopo aver acquisito nella massima riservatezza alcuni elementi che corroboravano l’ipotesi di un quadro di violenza in famiglia, hanno avvicinato con delicatezza la mamma del bambino, una donna 42enne, conquistandone la fiducia e portandola a raccontare una triste storia di maltrattamenti subiti da tempo dal compagno, alcolista, anche davanti ai figli, mai denunciati per timore. Ascoltandola attentamente, i Carabinieri hanno percepito che ci fosse qualcosa di più, che la paura della donna fosse profonda, per un qualcosa di più che non osava dire.
D’accordo con i servizi sociali, che hanno predisposto un domicilio protetto per la donna ed i bambini, sono così intervenuti nell’abitazione della famiglia, scoprendo il motivo di quella paura così forte: controllando la casa, hanno trovato una pistola, con il caricatore inserito e pieno di colpi, poggiato sopra il frigorifero, e, poi, nascosti in un ripostiglio, un fucile e delle cartucce, ed entrambe le armi avevano la matricola abrasa. Il 48enne è stato arrestato per ricettazione e detenzione di armi clandestine oltre che denunciato per maltrattamenti in famiglia e percosse, e portato al carcere di Biella a disposizione del Pubblico Ministero che coordina le indagini. Una storia che poteva avere un finale tragico, e che ha invece avuto un lieto fine grazie alla spontaneità di un bimbo, alla sensibilità di una maestra, alla delicatezza di un Maresciallo dei Carabinieri e alla professionalità di un magistrato.