È stata la vicesindaco di Borgosesia, Eleonora Guida, a portare gli auguri e l’omaggio floreale del Comune a Erasmo Nalin, che il I luglio ha compiuto 100 anni: «E’ sempre una grande gioia per me – dice l’amministratrice – incontrare i centenari borgosesiani: ogni volta, vedere i loro occhi felici e ascoltare le storie delle loro vite, mi regala grandi emozioni. Nel caso di Erasmo – aggiunge – è stato commovente sentire la sua storia, fatta di serenità familiare e professionale, ma anche del ricordo del duro periodo vissuto in Germania da internato, al tempo della Seconda Guerra Mondiale».
La storia di Erasmo Nalin inizia in Veneto, dove è nato il I luglio 1924; dopo un’infanzia ed un’adolescenza tranquille, la sua vita cambia all’età di 18 anni: nel 1942 viene fatto prigioniero e mandato in Germania, dove in un primo momento viene associato a un campo di concentramento, e poi, successivamente, passa ad un campo di lavoro in una fabbrica della Siemens, dove lavora come aiuto cuoco: «In fondo – ricorda – la seconda parte della prigionia, quella in cui ero nel campo da lavoro, non mi ha lasciato un brutto ricordo: il lavoro mi dava dignità, ero anche pagato, e il cibo non è mai mancato».
A Borgosesia, Erasmo è arrivato nel 1955: qui si è sposato con Maria, che già era arrivata in zona nel 1948, insieme alla sua famiglia. Erasmo e Maria hanno avuto due figli: Iginio e Cinzia. Nel 1955 Erasmo apre il suo negozio da barbiere, a Cravo, e qui lavora per 37 anni, fino alla pensione: un lavoro che ha amato e gli ha dato tante soddisfazioni. Dopo la pensione, insieme alla sua Maria, si è preso cura delle colonie di gatti della sua frazione, occupandosi di farli sterilizzare, sfamarli e accudirli: un impegno svolto con passione da entrambi, tanto che la moglie era conosciuta come “la Maria dei gatti”.
Ora Maria non c’è più, ma Erasmo vive con il figlio Iginio ed è attorniato dall’amore di Cinzia e dei nipoti: Fabrizia, figlia di Cinzia, e Michela ed Andrea, figli di Iginio: «Papà è molto lucido – spiega Cinzia – c’è una signora che si occupa delle sue faccende domestiche, ma per il resto è autonomo. L’omaggio del Comune lo ha reso molto felice e lo ha sinceramente emozionato: non si aspettava di raggiungere questa età, a Borgosesia erano 150 coloro che hanno vissuto l’esperienza da internati nel periodo di guerra, e lui è l’ultimo rimasto: ama raccontare i particolari di quel periodo, per far sì che non se ne perda il ricordo. Sente il dovere della testimonianza».