Sport - 02 maggio 2024, 17:10

I 75 anni della tragedia di Superga: mostra e annullo filatelico

Quel lontano 4 maggio 1949 il tempo si fermava inesorabilmente fissando per sempre una data nella memoria collettiva, un lutto che colpiva tutti e riempiva gli occhi di lacrime offuscando la vista come quella maledetta nebbia sul colle di Superga di un giorno tragico di primavera

I 75 anni della tragedia di Superga: mostra e annullo filatelico

Quando nello sport si ricorda il “Grande Torino” per tutti gli sportivi nasce spontanea una forma di rispetto che travalica il tifo e l’amore per i colori della propria squadra. Quella compagine davvero ha rappresentato un vanto per tutta l’Italia che si rialzava, a fatica, dalle macerie di una guerra che aveva lasciato distruzione, divisioni, lutti e povertà. Aggrapparsi a degli eroi sportivi era l’unica forma di riscatto di fronte al mondo. Il Torino rappresentava in quel momento la giovinezza e la bellezza del gioco, fatto di supremazia tecnica e di capacità di realizzare un sogno ad occhi aperti.

Quel lontano 4 maggio 1949 il tempo si fermava inesorabilmente fissando per sempre una data nella memoria collettiva, un lutto che colpiva tutti e riempiva gli occhi di lacrime offuscando la vista come quella maledetta nebbia sul colle di Superga di un giorno tragico di primavera. I nomi dei giocatori erano pronunciati da ragazzini e da adulti come un rosario laico, così come le loro imprese costanti e progressive. L’ultimo terreno calcato, quello dello stadio Jamor di Lisbona, fu anche l’ultimo palcoscenico di una vera e propria leggenda fatta di uomini semplici e grandi allo stesso tempo.

Il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata

A mantenere vivo il ricordo di questa squadra mitica dal 2002 è nato il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, un vero e proprio “santuario”, trasferitosi poi nel tempo da Superga a Villa Claretta-Assandri (seconda metà del XVII secolo) a Grugliasco. Foto, maglie, oggetti, palloni, effetti personali dei giocatori, parte della tribuna in legno del mitico “Filadelfia”, creano un’atmosfera fermata nel tempo come un fotogramma antico ma ancora nitido dove il colore “granata” domina su tutto lasciando il visitatore sospeso tra emozione e rispetto per un gruppo di sportivi che ha incarnato il vero senso del calcio.

La mostra e l’annullo filatelico

Per ricordare degnamente il 75° da quell’infausto giorno il Museo del Grande Torino ha ideato una mostra che darà ancora una volta il giusto tributo alla squadra e a quanti perirono quel tardo pomeriggio sulla collina di Torino. Per sottolineare l’importante ricorrenza il Museo, in collaborazione con Poste Italiane, ha ideato uno speciale annullo filatelico che riproduce, in formato ovale, la stilizzazione di un disegno del Grande Torino, sceso in campo sul prato dello stadio Jamor a Lisbona il 3 maggio 1949 per la sua ultima partita, ed è completato dalla scritta “75° anniversario della tragedia di Superga – 4.5.2024 – 10121 Spazio Filatelia Torino”. Il servizio temporaneo sarà attivo presso il Piazzale Basilica di Superga il giorno 4 maggio dalle ore 09,00 alle ore 16,00. Nei successivi 60 giorni l’annullo sarà disponibile presso lo Spazio Filatelia di Poste Italiane – Via Alfieri 10, al temine dei quali verrà depositato presso il Museo della Comunicazione di Roma.

A completare il prodotto filatelico che non potrà mancare nei ricordi degli sportivi, una serie di cartoline realizzate dal noto fotografo ed artista Antonio Attini su disegno di Giampaolo Muliari

Le parole di Giampaolo Muliari, Direttore del Museo del Grande Torino

“Il Grande Torino non è solo scudetti e vittorie, non è un ricordo nostalgico, è soprattutto un patrimonio di valori che si trasmettono di padre in figlio, che si rinnovano generazione dopo generazione. Sono questi sentimenti a rendere il Grande Torino, ancora oggi, settantacinque anni dopo Superga, un ricordo vivo, immortale. La forza di questo sentimento vive nel nostro Museo che dal 2008 è ospitato nella splendida Villa Claretta Assandri a Grugliasco, cintura torinese. È un museo del tutto atipico perché creato e gestito in forma del tutto volontaria. Nessuno di noi percepisce alcunché, ci sostiene solo il grande amore e rispetto per la nostra storia, una storia che appartiene un po’ a tutti quelli che amano questo sport. Vivere questa esperienza associativa e di memoria è per tutti noi un privilegio che condividiamo con ogni visitatore. “La tragedia non è morire ma dimenticare”, e noi, con tutti voi, non dimentichiamo”

Si va oltre le imprese del campo, si va oltre gli scudetti vinti, si va oltre le maglie azzurre vestite da questi alfieri del calcio, ormai la leggenda è indelebile nella storia dello sport italiano ed internazionale. Dunque, le parole devono lasciare spazio al ricordo, ad un mito che solo la morte ha troncato, ma che vive nella memoria degli sportivi di qualsiasi generazione. Ricordare i loro nomi, scritti in quel cielo torinese che pare istoriare le nuvole di passaggio è un modo per rendere omaggio, deferenti e grati: Valerio, Aldo, Dino, Milo, Eusebio, Rubens, Guglielmo, Ruggero, Giuseppe. Ezio, Virgilio, Danilo, Valentino, Romeo, Piero, Franco, Mario, Julius, grazie!

Giuseppe De Carli

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