Economia - 02 maggio 2024, 17:17

Ottant'anni di Coldiretti: in 600 all'assemblea al Sacro Cuore

Bilanci e prospettive in un settore strategico dell'economia locale

Ottant'anni di Coldiretti: in 600 all'assemblea al Sacro Cuore

Ottant’anni e non sentirli. L’assemblea interprovinciale di Coldiretti Vercelli-Biella tenutasi martedì 30 aprile all’Istituto Salesiano Sacro Cuore di Vercelli è stata un’occasione per ripercorrere la storia della nostra Federazione, puntare i riflettori sul presente e porre gli obiettivi per il futuro.

Davanti a più di 600 soci hanno fatto gli onori di casa il presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Roberto Guerrini e il direttore Luciano Salvadori. Graditissima la partecipazione della Presidente regionale Cristina Brizzolari e di Emanuele Occhi dell’Area Azione Economica Nazionale Coldiretti settore Grandi Colture.

Piacevolissimo regalo la presenza dei familiari di Paolo Bonomi, fondatore della Federazione nel 1944, che sono stati premiati in suo onore.

“È stata una serata importante – ha commentato il presidente Guerrini – per ripercorrere i successi ottenuti in questi decenni dalla più grande Associazione agricola d’Italia e d’Europa, delineare gli obiettivi futuri e far luce sulle mobilitazioni che ci vedono oggi in prima linea e che proseguiremo con l’entusiasmo, la forza e la determinazione che ci contraddistinguono da sempre”.

Tanti i temi trattati durante la serata, a partire dalle battaglie vinte durante gli anni passati, per poi arrivare all’attualità e alla tutela del Made in Italy, del reddito degli agricoltori e dei danni provocati dalla fauna selvatica.

Chiediamo lo stop alla concorrenza sleale – ha ricordato il direttore Salvadori – che danneggia gli agricoltori italiani ed europei sottoposti a regolamenti e vincoli spesso fuori dalla realtà. Vogliamo che gli obblighi ambientali, sociali e sanitari imposti ai nostri produttori valgano per chiunque voglia vendere sul mercato europeo. Serve reciprocità negli scambi commerciali”.

Altra priorità è l’abolizione del codice doganale: “Bisogna fermare i cibi importati che, grazie a minime lavorazioni, diventano magicamente italiani, rivedendo il criterio dell’ultima trasformazione sostanziale. Non è più assistere a scene come quelle che abbiamo vissuto durante la mobilitazione al Brennero”.

Proprio per questo motivo è stato ricordato la nuova raccolta firme indetta da Coldiretti per tutelare il Made in Italy con l’hashtag “NoFakeInItaly.

redaz

Ti potrebbero interessare anche:

SU