SANTHIA’ - E’ stato inaugurato lo scorso venerdì 26 giugno il nuovo Spazio Eventi di via Monte Bianco. Dopo due anni di difficoltà dovuti al Covid e al rincaro dei prezzi delle materie prime, infatti, sono finalmente terminati i lavori di ristrutturazione della struttura ex-bocciodromo che ora è diventato un salone polivalente. Il primo grande evento ed esser ospitato nella nuova struttura è stata la Festa delle Leve.
Tanti i santhiatesi attivi nell’associazionismo e nel volontariato in città, oltre alle tante autorità presenti al taglio del nastro a partire dall’assessore regionale Carlo Riva Vercellotti, il presidente dei Borghi delle vie d’Acqua Daniele Pane, l’ex sindaco Angelo Cappuccio sotto la cui guida è nato il progetto di creazione di uno spazio eventi, il Comandante Salvatore Lobrano, il Comandante della Polizia Locale Franca Di Miceli e il vicario generale don Stefano Bedello. Assente per altro impegno il presidente della Provincia Davide Gilardino che ha fatto comunque arrivare i suoi auguri all’amministrazione comunale.
In prima fila anche i professionisti che hanno lavorato al progetto: l’architetto Francesca Baroli, l’ingegner Fabrizio Ruffino e il geometra Repetto, oltre gli ingegneri Zonta e Cima, che hanno collaborato.
“Abbiamo finalmente inaugurato questo bellissimo spazio, la casa dei santhiatesi per tutti i futuri eventi – ha commentato il sindaco Angela Ariotti - nelle foto ci vedete su quel palco che per noi, così poco avvezzi al protagonismo, ha inizialmente trasmesso un po' di agitazione ed imbarazzo, talmente è vasto. Ci saranno tante cose da fare qui”. Per poi concludere: “Due pensieri voglio esprimere: un grazie a chi era presente, a partire dalle autorità militari e civili fino ad arrivare a tutti, proprio tutti i presenti. L'altro pensiero lo rivolgo a chi non c'era, perché crede di essere un escluso, vuoi per diverse opinioni, diverse visioni, diverse idee politiche, diversi credo sportivi o culturali, a loro dico: questa è anche casa vostra! Tutti l'abbiamo voluta, abbiamo sperato di averla e abbiamo invidiato chi vicino a noi l'aveva da tempo. Ora è qui, è la nostra, è di Santhià”.