Economia - 22 novembre 2022, 10:30

Luce e gas, Osservatorio ‘uBroker’: “Crisi energetica gestita ma ancora da risolvere”

Parla l’insider di settore Cristiano Bilucaglia: “Obiettivo evitare monopolio nelle forniture di materia prima”. E invita alla prudenza nel giudizio in attesa che la situazione si normalizzi.

Luce e gas, Osservatorio ‘uBroker’: “Crisi energetica gestita ma ancora da risolvere”

In mezzo al mare magnum delle opinioni circolanti a livello più disparato sul versante luce e gas, emerge invece la voce chiara, autorevole e argomentata, dell’Osservatorio ‘uBroker’ per l’Energia.

A parlare è Cristiano Bilucaglia, insider del settore in quanto Presidente di uBroker, fornitore di luce e gas tutto italiano. “Dinnanzi a simili scenari, occorre cautela e lungimiranza nel giudizio. Specie quando ancora all’orizzonte sembra stagliarsi un possibile trend, non siamo ancora in grado di tracciare le linee guida per il futuro. A livello percettivo, il dato che più rimbalza continuamente nella testa delle persone è 40%. A tanto ammonta la quota di gas russo che ogni anno veniva importato in Europa. Ma la situazione energetica europea nel 2022 è cambiata. Questa cifra infatti, da febbraio a oggi, dallo scoppio del conflitto al momento attuale, è del tutto diversa. Questo grazie alla moltiplicazione dei fornitori e alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento che hanno portato a un ripensamento generale delle politiche energetiche e ambientali insieme ad un’accelerazione di quelle in atto già da prima dell’avvento della frattura ucraina”, commenta l’Ingegnere.

Per poi proseguire: “Passando così, di fatto, al 30% di forniture effettive per il 2022 con una riduzione del 25% netto. Un dato che indica e conferma una strada alternativa possibile non solo nei proclami, ma anche nella realtà contingente e quotidiana. Su base mensile i risultati fanno ancor meglio sperare per l’anno a venire. Come ha infatti dichiarato la Presidente del Parlamento Europeo, lo scorso settembre le forniture da Mosca sono scese al 9%. E tutto ciò per via di una lunga serie di ordini di ragioni. A cominciare dal fatto che si è provveduto per tempo e con tempestività ad aumentare le riserve di gas per la stagione invernale, che per l’Italia coincidono con il 95% del fabbisogno totale. Quantità che, pur mantenendo aperta la strada alla risoluzione del problema, tuttavia ne consentono in pratica una gestione ponderata e misurata”, osserva approfondendo il discorso Cristiano Bilucaglia.

E tutto questo “Grazie all’adozione di idonee politiche di consumo al risparmio, al miglioramento della ricerca di relazioni internazionali e fonti altre di energia in grado di fare il paio per consentire di giungere al risultato. Certo è che, nonostante le strategie previdenziali e riparatorie adottate, la speculazione ha comunque proseguito la propria folle corsa ingenerando una crescita spasmodica dei prezzi per famiglie e consumatori. Ma è pur vero che, avanti di questo passo, indipendentemente dall’evolversi degli scenari geopolitici correnti, l’obiettivo di proseguire nella riduzione progressiva delle percentuali di gas russo annualmente importato nel Vecchio Continente sembra molto promettente, benchè in questo contesto di emergenza si stiano avviando altre instabili partnership con dittature.”

Conclude infine l’esperto: “Il tutto si configura comunque in un contesto di incremento degli spazi di manovra dei singoli governi e Paesi nella gestione della crisi, aumentando il dibattito tecnico-scientifico dedicato e favorendo una più plausibile diversificazione dell’offerta di mercato atta a evitare pericolose situazioni di stallo in termini di mono o duopolio al fine di stabilizzare i mercati ormai fuori controllo e garantire continuità a cittadini e imprese”.


C.S.

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