Riceviamo e pubblichiamo
In questi ultimi giorni abbiamo nuovamente raccolto informazioni e segnali di preoccupazioni provenienti dall’’APSP “S. Antonio Abate”, in particolar modo dalle lavoratrici e dai lavoratori che denunciano un ritardo nel pagamento degli stipendi.
Un fatto grave, di cui non possiamo conoscere le cause, ma che è un campanello d’allarme evidente sulle criticità che affliggono la RSA trinese. Grave anche che non siano stati comunicati in modo tempestivo e con chiarezza i motivi di questo ritardo. Un problema tecnico? Una situazione critica nel flusso di cassa? Queste le prime ipotesi che possiamo immaginare.
Non è certo la prima volta che interveniamo e lo facciamo nuovamente anche perché in passato le risposte ottenute sono state insoddisfacenti, se non addirittura nulle.
Dalle informazioni di cui disponiamo, I numeri di occupazione dei letti rimangono bassi, metà sulla casa di riposo e circa 55 (sugli 80) della casa protetta, con un nucleo a tutti gli effetti non utilizzato. I convenzionamenti riconosciuti sono largamente insufficienti, il che porta sia ad un maggiore esborso per le famiglie che a un difficile equilibrio di bilancio per l’ente.
Come abbiamo sempre ribadito, è chiaro che quella attuale è certamente una fase critica per tutte le case di riposo e case protette in Piemonte, anche perché sia durante la pandemia che in questa fase di uscita, le destre che governano la Regione si sono totalmente disinteressate ai problemi degli anziani e, in particolar modo, di coloro che sono ospiti delle RSA, negando sostegno economico (se non qualche elemosina, distribuita peraltro in modo sbagliato) e un chiaro e vero supporto agli enti che ospitano gli anziani, sia autosufficienti che non. Disinteresse dimostrato anche per la mancata risposta a un’interrogazione presentata a prima firma dal consigliere del Partito Democratico Domenico Rossi.
Di fronte a tutto ciò, ci chiediamo quali siano le strategie del CdA del S. Antonio Abate per uscire da questa situazione, quali azioni siano state intraprese verso l’ASL e la Regione, quali richieste siano state avanzate per far valere i diritti della nostra comunità.
Serve una guida chiara e forte, è necessario un impegno costante e puntuale da parte di Presidente e Consiglieri, cosa che non vediamo, un’attenzione agli ospiti e alle famiglie che debbono essere il centro di ogni scelta e di ogni azione, mentre, anche nella gestione delle visite da parte dei famigliari, si mantiene una rigidità maggiore rispetto anche alle altre strutture della zona, con tutte le problematiche che questo comporta.
Torniamo a occuparcene, perché siamo convinti della centralità del servizio per la nostra comunità e perché non vogliamo semplicemente assistere silenti all’emergere di problemi vecchi e nuovi, così come ribadiamo la nostra totale contrarietà a qualsiasi ipotesi di privatizzazione, che invece ci pare vista di buon grado da troppi, compresa l’Amministrazione Comunale, e verso la quale si rischia di giungere anche semplicemente non agendo, non facendo nulla.
Il Consiglio di Amministrazione, se non è in grado di affrontare la crisi, può sempre fare una scelta, che è quella di dimettersi. Del resto, già lo fece per futili motivi il Presidente Chiocchetti in passato, per poi tornare in sella, con un comportamento che ci pare del tutto incoerente.
Chiederemo nuovamente un incontro al CdA e chiederemo al Sindaco e all’Amministrazione Comunale informazioni puntuali su quanto sta accadendo.
Ora però bisogna subito procedere al pagamento degli stipendi, cosa che dovrebbe avvenire nelle prossime ore, mettere i lavoratori e le lavoratrici nelle condizioni di proseguire il loro duro impegno quotidiano in condizioni di maggiore serenità. E serve trasparenza sulla situazione attuale e sulle prospettive future.
Per noi la struttura è e rimane sempre un fiore all'occhiello della nostra città, per questo chiediamo serietà e trasparenza nell'affrontare i problemi. Non è facendo finta di nulla o rimanendo in silenzio che i problemi si risolvono.




