Spintoni e schiaffi alla compagna per rubarle il cellulare: ora rischia 5 anni e mezzo

Un litigio tra compagne di classe che degenera in un brutto episodio di bullismo dalle conseguenze ancora più gravi: una ragazza, oggi poco più che ventenne, ma all'epoca dei fatti appena maggiorenne, rischia una condanna a 5 anni e mezzo per rapina ed estorsione. Le posizioni di altre due giovani sono invece al vaglio del Tribunale dei Minori.

Secondo le accuse, al termine di un crescendo di brutti episodi di prevaricazione ai danni di una compagna che, con loro, frequentava un corso professionale, l'avrebbero attesa nella zona di parco Kennedy e, mentre la ragazza era diretta in stazione per salire sul treno che l'avrebbe portata a casa, nel novarese, l'avrebbero affrontata, passando poi alle vie di fatto: uno schiaffo, qualche strattone e la sottrazione del cellulare - dal quale la ragazza aveva tentato di chiamare il 112 per chiedere aiuto - e di un astuccio. Sul telefono le tre ragazze cercavano le prove di un presunto "parlar male" del quale la vittima si sarebbe resa responsabile nei loro confronti.

Una volta a casa, la ragazzina aveva tentato di recuperare il suo telefono collegandosi via social al profilo di una delle compagne e, prima attraverso un messaggio e poi con una telefonata, era arrivata la richiesta di un riscatto di 150 euro: a quel punto la giovane aveva parlato con il padre e lui era andato dai carabinieri a sporgere denuncia. Con i militari era stato concordato un piano per "incastrare" le presunte responsabili. La giovane vittima avrebbe dovuto attendere l'arrivo dei colleghi vercellesi prima di effettuare lo scambio ma la giovane, una volta arrivata a parco Kennedy, si era fatta prendere all'ansia: aveva consegnato i soldi alle compagne, ripreso il telefono ed era scappata nell'auto dove il padre la attendeva. All'arrivo dei carabinieri, le compagne se ne erano già andate. La denuncia e altri indizi raccolti raccolti dai militari erano bastate, tuttavia, per portare le tre giovani davanti alla giustizia.

Davanti al collegio presieduto dal giudice Paolo De Maria, la vittima ha raccontato tutto l'episodio rispondendo alle domande del pm Maria Serena Iozzo che, al termine della requisitoria, ha chiesto per la stundentessa maggiorenne, l'unica a finire a processo a Vercelli, una condanna a 5 anni e mezzo. Richiesta di assoluzione da parte del legale della difesa che ha insistito sulla giovane età dell'imputata, chiedendo, in caso di condanna, il minimo della pena e l'eventuale estensione della sospensione condizionale.