Politica - 11 dicembre 2021, 16:21

La minoranza: «Troppi vizi di procedura: l'elezione di Lavarino è da rifare»

Mozione unitaria per chiedere la ripetizione della votazione in presenza: «I voti non registrati dal sistema violano il diritto dei consiglieri a svolgere il proprio lavoro»

La minoranza: «Troppi vizi di procedura: l'elezione di Lavarino è da rifare»

Attraverso una mozione protocollata sabato, i gruppi di monoranza chiedono di ripetere l'elezione del presidente del Consiglio comunale, oggetto di una lunga e tormentata seduta svolta in modalità mista - ma con voti espressi in remoto e con ogni probabilità non completamente registrati dal sistema.

«L’elezione del Presidente del Consiglio Comunale di Vercelli è stata viziata da grossi errori procedurali - scrivono in una nota i consiglieri comunali firmatari della moazione -. Lo conferma il verbale di deliberazione, che mette nero su bianco come diversi voti non siano stati correttamente rilevati dal sistema informatico, tra i quali 5 voti della minoranza, che sappiamo per certo essere stati espressi. Per questo motivo il Partito Democratico e gli altri gruppi di minoranza hanno protocollato una mozione in cui si chiede la ripetizione della votazione, tramite una modalità in presenza che garantisca al contempo a tutti i consiglieri la possibilità di partecipare al voto in sicurezza».

La mozione è stata sottoscritta daAlberto Fragapane, Maura Forte, Michele Cressano, Carlo Nulli Rosso, Manuela Naso (Partito Democratico), Alfonso Giorgio (Vercelli per Maura Forte), Renata Torazzo, Pier Giuseppe Raviglione (SiAmo Vercelli), Michelangelo Catricalà (Gruppo Misto), Paolo Campominosi, Andrea Conte (Voltiamo Pagina): già durante la maratona necessaria per arrivare a una votazione valida, Cressano aveva chiesto di sospendere e rinivare l'elezione del presidente demandando le operazioni a una votazione da svolgere in presenza, con la modalità classica. Una richiesta bocciata in sede di Consiglio e che ora viene riproposta a bocce ferme, dopo la lettura della delibera di convalida dell'elezione di Lavarino.

In una nota, il capogruppo del Pd, Alberto Fragapane precisa poi, anche a nome dei colleghi, che «Non si tratta di un attacco personale o politico, ma della semplice richiesta che si garantisca il diritto di voto dei consiglieri comunali, cosa che evidentemente il sistema scelto non ha consentito. Auspichiamo quindi che siano le forze politiche stesse a correggere questa grave stortura del funzionamento del Consiglio Comunale, approvando questa mozione e garantendo così che si possa procedere ad una votazione corretta, che dia legittimità al Presidente che ne risulterà eletto».

Nel documento protocollato sabato, si rileva come «Dopo molte ore, innumerevoli difficoltà tecniche e due votazioni infruttuose, il consigliere Lavarino
risulterebbe eletto in terza votazione; Il verbale dello scrutinio di tale votazione riporta che 29 consiglieri più il sindaco hanno risposto “presente” all’appello effettuato dal segretario generale e quindi erano in grado di poter esprimere il loro voto; di questi, ben otto consiglieri più il sindaco non hanno partecipato alla votazione, inclusi 5 consiglieri di minoranza (Conte, Cressano, Forte, Fragapane, Naso). I voti dei 21 votanti riconosciuti dal sistema informatico sono stati attribuiti al consigliere Romano Lavarino (12); al consigliere Gianni Marino (6) in aggiunta a 3 schede bianche e zero nulle. Rilevato che i consiglieri comunali Conte, Cressano, Forte, Fragapane e Naso dichiarano di aver preso parte alla votazione, come provato dalle email di invio di pec al sistema informatico e che in terza votazione è necessaria la maggioranza assoluta dei votanti, qualora il voto dei consiglieri comunali Conte, Cressano, Forte, Fragapane e Naso - di cui abbiamo contezza della volontà di essere espresso - fosse stato correttamente conteggiato, il consigliere Lavarino, con voti 12, non avrebbe ottenuto la maggioranza assoluta dei votanti, che sarebbero stati in totale 26, e si sarebbe proceduti alla quarta votazione».

Dando per scontato che il problema legato al mancato conteggio dei voti dipenda da un problema del sistema di scrutinio, i consiglieri di minoranza chiedono che la votazione venga rifatta per poter salvaguardare il principio della volontaà dell'elettore e al tempo stesso il principio della segretezza del voto medesimo.

redaz

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