Riceviamo e pubblichiamo.
Apprendiamo a mezzo stampa che il Comune di Vercelli ha di recente stipulato un protocollo d’intesa con l’associazione “Difendere la vita con Maria” onlus.
A distanza di più di quattro decenni dall’entrata in vigore della legge 194 continuiamo ad assistere su tutto il territorio nazionale a ripetuti attacchi istituzionali che si traducono in coalizioni tra partiti di destra e associazioni o istituzioni cattoliche.
Tali coalizioni mirano a rendere ineffettiva la legge 194 attraverso l’invito all’obiezione di coscienza, infiltrazioni antiabortiste nei consultori o attraverso la strumentalizzazione delle sepolture al fine di colpevolizzare le donne che hanno deciso di abortire, cercando di indurre in queste sensi di colpa, nonché al fine di indurre l’opinione pubblica a “riflettere” sulla “cultura della vita”. Non a caso si tratta in generale di partiti che del disprezzo della vita a partire dalla nascita hanno fatto una bandiera, istituendo gerarchie tra popoli, fomentando la xenofobia, rafforzando il colonialismo, contraddistinguendosi per la mancanza delle più elementari regole di solidarietà umana, e per ogni tipo di richiamo alla “natura” ovvero alle più obsolete basi dell’eteropatriarcato e sempre in totale disprezzo degli individui delle altre specie. Riteniamo anche che le “sinistre” istituzionali (che hanno peraltro completamente rinunciato a politiche anticapitaliste, non esitando a tradurre tutto l’esistente in merce) non siano in grado di esserci alleate non da ultimo per le collusioni a fini elettorali con le forze cattoliche con cui noi, come femministe, non intendiamo più “dialogare” in nessun campo (ricordando che la carità che diventa sistema uccide il diritto), ne respingiamo tutto l’impianto. Rivendichiamo la nostra libertà di espressione nel sottolineare che la religione istituzionalizzata non è mai stata, non è, e mai sarà dalla nostra parte. Rifiutiamo il concetto di maternità come discrimine del nostro essere donne, come obiettivo ci poniamo il superamento e ribaltamento della famiglia intesa come coppia adamitica (fondata su obbligo sessuale e dovere procreativo) o mera relazione di sangue, della patria e dei confini nazionali, del capitalismo ormai inteso come realtà ineluttabile al punto che viene persino impedito di immaginare una società alternativa, ci concepiamo come classe in lotta, abbiamo tutte abortito e stiamo benissimo.




