Ascom Confcommercio di Vercelli manifesta tutta la perplessità e la tensione dei propri soci. Dopo una giornata di anticipazioni, ipotesi ed informazioni non confermate si apprende ora che le misure del DPCM entreranno in vigore venerdì.
“E’ doveroso – commenta il presidente provinciale Antonio Bisceglia – rispettare impresee collaboratori, perché possano organizzarsi a livello imprenditoriale e familiare. I pubblici esercizi oggi non sapevano se fare scorte per domani, molti hanno svuotato i frigoriferi nella convinzione di non aprire domani, imprenditori e collaboratori non sapevano se organizzarsi per gestire i propri figli che frequentano le scuole medie, i fornitori non sapevanose e come muoversi sui territori. Non è possibile non preavvisare le persone con un margine di anticipo congruo”.
Il giorno di entrata in vigore delle misure in zona rossa, infatti, è stato incerto fino all'ultimo.
“In una situazione così delicata – prosegue Bisceglia - chiediamo di conoscere la classificazione di rischio del nostro territorio e che il Governo e il Ministro Speranza, nell’ordinanza che definirà le zone più a rischio, concertino con la Regione l’applicazione delle misure restrittive sulle diverse parti del territorio piemontese, in ragione del differente andamento della curva epidemiologica e preservando doverosamente la salute pubblica. A tal proposito abbiamo chiesto formalmente al Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e all’assessore Poggio di farsi portavoce presso il Ministro della nostra istanza”.
Ascom, infine, esprime forte perplessità sul fatto che, ancora una volta con il DPCM 3 novembre, vengano presi provvedimenti riguardanti alcune categorie specifiche: oltre ai pubblici esercizi, tra le attività in zona rossa che dovrebbero rimanere chiuse ci sono il commercio al dettaglio di abbigliamento per adulti, le calzature, le gioiellerie, le pelletterie (borse e accessori), le rivendite di mobili e complementi d’arredo, come se queste categorie rappresentassero un rischio più elevato rispetto ad altre. "Queste attività, che hanno investito risorse per adeguarsi a protocolli di sicurezza che rispettano scrupolosamente, sono sicure al pari delle altre alle quali è consentito di restare aperte, come le attività produttive".




