Economia - 28 aprile 2020, 17:18

"Il Piemonte riveda la scelta di vietare il take away": l'appello di bar, gelaterie e ristorazione

Giovedì i rappresentanti di Ascom Vercelli vanno dal Prefetto. Intanto Confartigianato chiede a Cirio di cambiare la sua decisione

"Il Piemonte riveda la scelta di vietare il take away": l'appello di bar, gelaterie e ristorazione

Il mondo della ristorazione è sul piede di guerra per il prolungamento del lockdown e l'annuncio della Regione Piemonte di fermare la soluzione del take away che il Governo, invece, ha consentito a partire dal 4 maggio.

A Vercelli, giovedì, i rappresentati di Fipe Ascom del settore ristorazione, bar e pizzerie hanno chiesto di essere ricevuti dal Prefetto per consegnare una lettera - petizione, sottoscritta dagli associati, in merito alla situazione difficilissima che si sta vivendo nella categoria.

E anche Confartigianato Piemonte scende in campo sul tema: le imprese artigiane che operano in questi settori, secondo recenti analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Piemonte, su dati UnionCamere, sono ben 89.163  di cui  19.397 del settore dolciario.

"In qualche regione, come Toscana, Abruzzo e Veneto, queste imprese possono vendere i loro prodotti già da ieri mattina con la formula del take away. Per assicurare le necessarie garanzie sanitarie al consumatore, alle attività produttive è consentita la procedura per la vendita per asporto, che avviene tramite preventiva ordinazione online o telefonica e non presso l’esercizio, in modo che gli ingressi per il ritiro dei prodotti ordinati avvengano in modo dilazionato, impedendo di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario alla consegna e al pagamento della merce". Un metodo che, secondo Confartigiano, potrebbe funzionare benissimo anche in Piemonte.

“Apprendiamo dai media con sgomento e preoccupazione l’ipotesi di uno slittamento del take away - commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte - La categoria è amareggiata ed esasperata dalla situazione che si sta verificando". 

Tutti i mestieri artigiani della ristorazione, a causa delle disposizioni imposte dai Decreti, da inizio marzo non hanno potuto effettuare la somministrazione dei loro prodotti e neanche vendere direttamente attraverso la modalità di semplice asporto dei prodotti. "C'è solo la possibilità di fare consegne a domicilio, attività che, per l’impegno richiesto e oneri burocratici ed economici da affrontare, risultano pesantissime da affrontare per esercizi di piccole dimensioni, a gestione familiare e senza dipendenti, che sono la maggior parte in questo settore", rilevano da Confartigianato.

Da qui la richiesta di un intervento drastico: “Per tutelare queste imprese e scongiurare il colpo di grazia definitivo chiediamo al Governatore del Piemonte di fare un’inversione di pensiero per un comparto che è stato già devastato dagli obblighi di chiusura totale”.

redaz

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