Si annuncia un pesantissimo colpo per l'occupazione vercellese e casalese. Sono 130 (su circa 300 dipendenti) gli esuberi dichiarati dalla Cerutti che, entro il prossimo mese, dovrebbe perfezionare la strategia di ingresso dei nuovi soci.
L'annuncio è arrivato venerdì, nel corso dell'incontro chiesto dai sindacati alla proprietà: la riunione, che era stata richiesta per avere chiarezza rispetto alle prospettive aziendali ed alla situazione occupazionale, ha portato ad avere un quadro della situazione più ampio, trasparente e delineato.
"L’azienda - si legge in una nota unitaria di Cgil, Cisl e Uil - ha spiegato che la trattativa con due potenziali soci che si uniranno alla famiglia Cerutti è nella fase definitiva e dovrebbe concretizzarsi tra l’inizio di aprile e la metà di maggio con un affitto di ramo d’azienda di 7 mesi circa finalizzato successivamente alla nascita di una nuova società con l’intenzione di rilanciare il nome Cerutti nel mercato. Il tutto grazie a investimenti di importante entità che dovrebbero portare a produrre dalle 15 alle 17 macchine anno".
Come era già stato anticipato, la sede produttiva sarà lo stabilimento di Vercelli, mentre a Casale Monferrato rimarranno, almeno inizialmente, gli uffici tecnici, l’amministrazione e la parte commerciale.
"La parte produttiva e di conseguenza il personale interessato verrà trasferito nello stabilimento di Vercelli, entro la meta di aprile - proseguono i sindacati - mentre la messa in atto delle operazioni che porteranno alla creazione della nuova azienda comporteranno un esubero di personale di circa 130 dipendenti tra i due siti di Casale Monferrato e Vercelli".
La nota sindacale prosegue specificando che, nel periodo transitorio che durerà fino all’affitto del ramo d’azienda, le rotazioni rimarranno simili a quelle attuali e quindi eque all’interno dei reparti\uffici, e che si proseguirà con il meccanismo attuale (che prevede versamenti settimanali a chi ha ancora spettanze riguardanti il periodo post richiesta di concordato) per quanto riguarda le retribuzioni.
"A fronte di queste dichiarazioni - spiegano da Cgil, Cisl e Uil - è stato immediatamente richiesto, e l’azienda ha accettato, di aprire nel più breve tempo possibile un tavolo di confronto finalizzato alla migliore gestione del percorso. Come sindacato abbiamo ribadito che non staremo a guardare ma che in ogni fase eserciteremo il nostro ruolo per fare in modo che tale processo non si trasformi in una piaga sociale che, per il casalese, si trasformerebbe anche nella perdita a breve di una realtà industriale storica. Siamo certi che la serietà e il rispetto che ha contraddistinto i rapporti sindacali tra le parti ci porteranno a gestire nel miglior modo questa delicata e drammatica situazione".
Trovare una nuova occupazione nelle province di Vercelli e di Casale è diventata un’impresa ardua, i dati delle produzioni manifatturiere dell’ultimo trimestre 2019 ne sono la conferma, questo sarà un ulteriore motivo per limitare e gestire, con ogni soluzione possibile, il contraccolpo occupazionale e avere sempre maggiori garanzie rispetto ad un piano industriale che possa essere serio e concreto.
Le RSU Le segreterie Territoriali di Vercelli e Alessandria FIOM CGIL FIM CISL UILM UIL




