Tempio crematorio di Biella sequestrato e ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone a causa di gravi violazioni riguardanti l'attività compiuta all'interno della struttura.
Biella è sotto shock per l'indagine sul tempio crematorio cittadino che ha portato alla custodia cautelare in carcere di due persone e al sequestro della struttura situata al cimitero in via Piacenza.
Il blitz di venerdì mattina , 26 ottobre, da parte dei Carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria e dei militari del nucleo operativo (con tanto di elicottero) ha coinvolto la Socrebi, società creata dall’impresa di pompe funebri Ravetti. Dalle prime informazioni a finire sotto accusa è l'attività svolta all'interno dell'impianto e le inadeguate modalità di trattamento delle salme. Grazie all'ausilio delle riprese di telecamere nascoste sarebbero stati ritrovati resti umani all'interno di alcuni scatoloni.
Al termine di una lunga indagine i carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria, guidati da Tindaro Gullo, e i colleghi del nucleo operativo hanno effettuato un blitz bloccando l'impianto, inserito nel cimitero della città, e gestito dalla Socrebi, società creata dall'impresa di pompe funebri Ravetti. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Biella su richiesta del Procuratore della Repubblica. Sul posto è giunto anche il sindaco, Marco Cavicchioli.
Nel pomeriggio, in Procura, verranno resi noti tutti i dettagli dell'inchiesta.




