Primo, al centro del ring improvvisato, attendeva tranquillo l’avversario.
Si girava a destra e a sinistra con sguardo annacquato e l’aria di chi, tutto sommato, avrebbe potuto occupare meglio il proprio tempo. Non aveva un aspetto fiero né bello: dotato di un corpo massiccio e molto muscoloso, risultava tozzo e sgraziato; inoltre, l’ingombrante cranio, sproporzionato rispetto alle spalle e all’altezza, non avvantaggiava la struttura complessiva.
Non avrebbe riscosso un filo di simpatia se non fosse stato un campione; ma lo era e la ressa che gli si faceva intorno lo dimostrava senza alcun dubbio. Al lato opposto della vecchia legnaia in cui era stato allestito il ring, un improvviso trambusto annunciò l’entrata del rivale: presto sarebbero partite le scommesse. Primo parve riscuotersi dall’apatia, guardò il suo allenatore e poi, come saggiando l’aria, protese la grossa testa e gonfiò il petto.
Percepì all’istante l’odore nemico e una profonda determinazione s’impadronì così totalmente dei suoi sensi da portarlo a tremare per l’eccitazione. Le pupille, adesso lucenti e intense, si fissarono sul punto in cui tra la gente si apriva un varco: il nero Ercole faceva il proprio maestoso ingresso. Quasi il doppio di peso e decisamente più alto ed elegante, Ercole avanzava come un divo. Nonostante fosse ancora molto giovane, e al suo primo incontro, la sua imponenza e la sicurezza che traspariva a ogni passo cominciarono a seminare il dubbio anche tra gli scommettitori più affezionati al vecchio campione. Primo era una certezza, ovvio, ma questo sconosciuto Ercole aveva tutta l’aria di voler vendere cara la pelle. Gli sfidanti e i rispettivi allenatori erano a meno di cinque metri l’uno dall’altro, ormai non si poteva aspettare oltre.
I picciotti cominciarono a raccogliere le ultime puntate, gridando e correndo svelti lungo il perimetro del ring. Volavano parolacce e banconote, ma per Ercole e Primo tutto ciò non esisteva già più, la realtà intorno era svanita. I due, sopraffatti da un odio mortale, non aspettavano che di annientarsi, semplicemente. Niente e nessuno avrebbe potuto distoglierli da quel dovere. Erano nati per questo, allenati per questo. Erano campioni.
Inizia così “Il Campione” di Cinzia Pierangelini, gran bel romanzo che è tra i dieci finalisti del torneo letterario Io scrittore organizzato da GeMS (Mauri spagnol) che ha visto la partecipazione di 4000 romanzi. “Il Campione” è quindi uno dei 10 vincitori pubblicati in ebook (acquistabili su ibs, Amazon eccetera).
Il romanzo della Pierangelini è la storia di Nicola è un ragazzino di 13 anni, sensibile e intelligente, che adora studiare le discipline artistiche e la musica. Stefania è la sua insegnante, una donna stretta tra i rimpianti dei suoi fallimenti e un rapporto difficile con la madre, famosa cantante lirica. Vivono in Sicilia, una terra feroce quando preda della criminalità organizzata e delle sue logiche brutali e arcaiche. Nicola vorrebbe coltivare i suoi sogni ma suo padre e suo fratello maggiore hanno in mente una strada ben diversa per lui: combattimenti clandestini di cani in un ecosistema di violenta prevaricazione. Il ragazzo e la sua docente si troveranno uniti contro lo stesso nemico - l’uno nel suo percorso di ribellione e formazione, passando per la verità circa la sua famiglia; l’altra ritrovando la forza che sentiva di avere smarrito col tempo- in una guerra senza esclusioni di colpi.
Un altro estratto da "Il Campione".
«Compare, ma perché? Non è che vuole…» quasi sussurrò Giovanni, impressionato, ché il pidocchio, per quanto insopportabile, sempre suo fratello era. L’unico, purtroppo.
Dopo un silenzio che gli sembrò durare un secolo: «Ha il cane» intervenne Pinuccio, pietoso, spiegando ciò che La Monaca, caduto in un mutismo tombale, non diceva «Il cane è ferito, è una prova del combattimento, bisogna farlo sparire» e passandogli un pacchetto di fazzolettini: «Non mi sporcare la tappezzeria» aggiunse. «Ah è per il cane, ’nnimaleddu» si tranquillizzò il ragazzo, tamponandosi il naso «Allora, forse, un’idea di dove se n’è andato a nascondersi Nico ce l’ho». «Bravo, fammi strada» lo incitò l’autista.
Cinzia Pierangelini, docente di violino, vive a Messina. Ha esordito nel 2005 con la raccolta di racconti Dall’ultimo leggio, cui sono seguiti i romanzi: Eraclito e il muro, ‘A jatta (premio Gazzara al Salone del libro di Messina), Sangue garofano e cannella, In principio fu il mare (premio Assortisti di Roma), la raccolta 21 Racconti e i fantasy per ragazzi Draghia (con lo pseudonimo di Key Pendragon), Il professor Scelestus, Tatanka. Ha pubblicato numerosi racconti, vincitori di premi e selezioni, su importanti antologie e riviste letterarie.