Trenta persone risultano indagate dalla Guardia di Finanza di Biella in un'inchiesta per bancarotta fraudolenta dietro alla quale si ipotizza un crack da 150 milioni di euro, registrato in un gruppo di società, italiane ed estere, operanti nel settore della produzione e del commercio di abbigliamento e collegate alla Samar di Mottalciata, chiusa da un paio d'anni.
Secondo l'ipotesi accusatoria, attraverso una serie di operazioni contabili studiate ad hoc, sarebbe stata effettuata una distrazione di 53 milioni di euro dai fondi che dovevano invece andare a pagare i creditori privilegiati del fallimento - gli ex dipendenti e molti piccoli artigiani che erano fornitori dell'azienda.
Tra le operazioni più clamorose in tal senso, la cessione a titolo gratuito dell’intero magazzino, circa 7 milioni di capi, a due società i cui titolari erano della stessa famiglia degli amministratori della capogruppo.




