"Ci sono 914 bambini per i quali i genitori non hanno pagato il servizio di mensa scolastica: 415 di queste utenze appartengono a fasce Isee medie o medio alte. Il mancato introito, solo per quest'anno, è di 65 mila euro che si vanno sommare ai crediti non riscossi negli anni precedenti arrivando alla stratosferica cifra di 544 mila euro di buco". Dopo l'intervento di Pd e SiAmo Vercelli contro la presa di posizione di Adriano Brusco (Movimento 5 Stelle), sul problema delle tariffe del servizio mensa, l'esponente grillino torna alla carica precisando in un comunicato che la sua richiesta di non accettare l'iscrizione alla mensa a chi non è in regola con i pagamenti è fatta sua base di un principio di equità e giustizia: "dire basta ai furbetti che non pagano il servizio e riuscire a ridurre le tariffe a chi, invece, agisce correttamente".
Ecco la nota diffusa dal Movimento 5 Stelle.
Preso atto delle dichiarazioni dei due consiglieri del PD e del gruppo Siamo Vercelli fortemente polemici contro il nostro capogruppo Brusco, il M5S di Vercelli ritiene che le esternazioni dei 2 gruppi, oltre che alimentare una polemica pretestuosa, dimostrano una contrarietà a fare chiarezza su una questione, quella del servizio mensa, che è diventata ormai ingestibile.
Al riguardo si fa notare che i consiglieri dimenticano o fanno finta di dimenticare che ormai le famiglie morose nel pagamento della retta, che sono ad oggi 914 utenti, hanno arrecato un danno alla gestione per più di 65.000 euro solo per l'anno appena trascorso, come fanno finta di non sapere che, ormai, la morosità pregressa è arrivata alla cifra di 544.000 euro (più di 1 miliardo delle vecchie lire!) risorse che, se recuperate, potrebbero benissimo essere destinate non solo ad abbassare ulteriormente le tariffe della mensa per le famiglie con più di un figlio (secondo le proposte di Brusco riduzione del 50% per il secondo figlio e del 60% dal terzo in poi, si evidenzia che, non sono frutto di un copia e incolla come sostenuto dai distratti consiglieri, ma di un confronto con le realtà di altri comuni dove sono applicate e dove il servizio funziona) ma anche a potenziare i servizi sociali (assistenza domiciliare in primis) che sono in grave sofferenza.
Gli stessi critici consiglieri concordano, poi, sul punto che si possa abbassare il costo del servizio "sempre che il Comune abbia la capacità economica per affrontare la spesa".
Il M5S ritiene, invece, che più che questa capacità, il Comune debba avere la volontà di fare chiarezza, per senso di equità e di giustizia sociale, su questi abusi, ricorrendo anche a mezzi dissuasivi (sospensione della mensa ai morosi appartenenti a fasce di redditi isee medio/alte che sono ben 451 utenti) e di accertamenti con controlli incrociati o ricorrendo anche all'ausilio di altri enti di controllo, per la verifica della situazione reddituale di famiglie morose che, spesso, non risulta conforme ai loro effettivi stili di vita e capacità di spesa.
Chiediamo ai consiglieri critici: il Comune vuole impegnarsi in questa opera di moralizzazione o vuole continuare a proteggere i furbetti della mensa a sbafo, che tanti danni arrecano a chi con tanti sacrifici continua a pagare onestamente la tariffa per la mensa dei propri figli? Noi siamo stufi di far pagare solo i vercellesi onesti, vogliamo combattere i furbetti della mensa, per poter bloccare questo fenomeno abbiamo avanzato delle proposte e abbiamo il coraggio di intervenire.
L’unica cosa vera che esce dalla commissione, è che i due consiglieri del PD e il gruppo SiamoVercelli si sono opposti alla proposta di riduzione del 50% per il secondo figlio, del 60% per il terzo figlio in poi, unica proposta concreta che potrebbe dare un sollievo immediatamente alle famiglie vercellese. Intanto i vercellesi onesti continueranno a pagare! Per questo il M5S chiederà anche a tutti i vercellesi se vogliono continuare a sopportare questi abusi o che si faccia chiarezza una volta per sempre.
Inoltre il nostro capogruppo Brusco non ha mai detto di lasciare senza pasto i bambini che vivono in situazioni di disagio economico, anche perché questi sono già in carico ai servizi sociali del Comune.




