Arte e Cultura - 16 ottobre 2018, 14:17

I sogni di una Madame Bovary, oggi

“EMMA B" DI SABRINA CAMPOLONGO E' UN GRIDO D'ALLARME SUI DANNI CHE I GENITORI POSSONO FARE AI FIGLI

Sabrina Campolongo, "Emma B"

Sabrina Campolongo, "Emma B"

Emma... Emy... Emma. Il suo nome cade ritmico, ripetitivo e liquido, come una goccia in una vasca piena d’acqua.

«Emma!»Si rassegna ad aprire gli occhi.L’acqua che sciaborda è fuori dalla cabina, oltre la vetrata. Il corpo massiccio di Eugenio – avrà preso almeno un paio di chili in questi tre giorni di crociera – le chiude la visuale, è chino su di lei, una mano a pochi centimetri dalla pelle nuda del suo braccio, ne avverte il calore, anche se non la sta toccando.«Mi hai detto di svegliarti. Sono quasi le sette» si scusa. Si stringe nelle spalle continuando a guardarla, attende un suo cenno senza farsi indietro. Goccioline di sudore gli imperlano il naso arrossato e la fronte ampia, sopra e sotto il segno bianco del ponte degli occhiali. E sì che non ha fatto che spalmarsi la protezione solare, pur restandosene rintanato all’ombra, con il suo giallo aperto sulle ginocchia. Lei solleva una mano a scostarsi i capelli dalla fronte.«Ok.» La voce impastata dal sonno, si passa la lingua sulle labbra, il corpo sembra ancora lontano, sotto la coperta leggera, forse ancora immerso in un sogno che non riesce ora a riafferrare. Aveva a che fare con Elisa, le sembra, ora che dalla stanza comunicante le arriva il frenetico ticchettare delle sue unghie sullo schermo dell’onnipresente telefonino. Starà condividendo con tutti i suoi amici la sua enorme, spropositata noia. Eppure nel sogno le sembrava tranquilla, in costume da bagno, le gambe lunghe abbronzate, un braccio sottile reclinato dietro la testa, gli occhi strizzati nel sole. Non ricorda altro.


Inizia così l'ultimo libro scritto da Sabrina Campolongo, Emma B, pubblicato da Edizioni Paginauno, una casa editrice giovane, che da tempo sta offrendo libri di qualità, di autori stranieri e affermati, o italiani e promettenti, come Sabrina, appunto.


Il titolo del tuo libro, Emma B, è un riferimento letterario quanto mai chiaro.

“Giusto, il titolo di questo romanzo porta dritti alla Emma Bovary di Flaubert, ma si tratta una storia assolutamente contemporanea. L’ispirazione nasce da una domanda: chi sarebbe oggi Madame Bovary? Mi sono chiesta di cosa si nutrirebbero le sue fantasie e quale strada potrebbe tentare per sfuggire alla sua realtà. Emma B è la mia risposta.”

Ma il libro parla anche dei figli.

“Sì. Emma B è una riflessione sul richiamo irresistibile che hanno i miti di oggi, ma allo stesso tempo sull’ambiguità e sulle trappole del rapporto tra genitori e figli, in un presente nel quale gli adulti faticano a identificare i valori che sarebbero tenuti a trasmettere”.

Sabrina, puoi anticiparci qualcosa del libro? Un pezzo piccolo di trama?

“Emma B si apre con una svolta eccitante e inattesa per una coppia di genitori: la rivelazione, in occasione di una serata in crociera, del talento canoro della figlia sedicenne Elisa. Per Emma, la madre, il successo di quella sera non può che essere il segno del destino che attendeva da sempre. Non resta che prendere il treno al volo, subito, a ogni costo, investendo tutto nell’impresa, senza concedersi spazio per il dubbio, perché Emma sa che il mondo dello spettacolo è affamato di giovani, anzi giovanissimi, e che non c’è tempo da perdere, a breve per Elisa sarà già tardi”

Insomma, si tratta di un romanzo che è un grido d’allarme per i genitori e, al contempo, è un delicato atto d’amore per il mondo dell’adolescenza, da una scrittrice che già nel precedente romanzo Ciò che non siamo (Paginauno, 2016) aveva mostrato la sua attenzione per i danni che i genitori inconsapevolmente o in buona fede finiscono per causare nell’esistenza dei figli.


Una pagina del libro.

Tutta quella situazione la sta mettendo alla prova, solo lei sa quanto vorrebbe che il prossimo mese passasse in un giorno. È tremendo esserci così vicine e allo stesso tempo vedere che non si sta muovendo niente. La notte, quando non riesce a prendere sonno, e succede sempre più spesso, le sembra di aver sognato tutto. Il ricordo di quella serata sulla nave, che all’inizio era così potente, così vivido, non fa che sbiadire. Certo, c’è Folpi a ricordarle ogni volta che Elisa è brava, che ha talento da vendere, ma lei non riesce più a sentire con la stessa intensità il fragore di quegli applausi. Come se stessero sfumando, in lontananza.

La mattina però le ombre strisciano di nuovo nei loro angoli, si ricorda che sta facendo tutto per bene, che ha fatto tutto quello che era in suo potere e anche di più per supportare il talento di Elisa, per farlo sbocciare. Anche Staina, in quel suo modo contorto e scornato ha ammesso che sua figlia è dotata. Anche se, fosse per lui, Elisa dovrebbe aspettare tanto che si potrebbe presentare solo per la categoria Over – o più probabilmente fosse per lui dovrebbe puntare a cantare a teatro in abito lungo per tre gatti incartapecoriti, o da sola nel suo sottotetto bohémien – l’ha ammesso e questo le basta. Deve andare bene, andrà bene.

Ed è normale, come le ricorda sempre Folpi, che all’apparenza sia tutto fermo. È così che funziona oggi, il successo: il giorno prima non sei nessuno, letteralmente, il giorno dopo tutti sanno il tuo nome. In piccolo è già accaduto, sulla nave. Non lo puoi nemmeno immaginare finché non è successo. E allora sei già sulla giostra, quella giostra che già le fa girare la testa. Bisogna mantenere i nervi saldi.


Sabrina Campolongo vive a Monza e tiene corsi di scrittura creativa e traduzione letteraria, sia a Monza che a Milano. Ha pubblicato diversi romanzi e raccolte di racconti per piccoli editori, di cui l’ultimo è Ciò che non siamo, uscito sempre per Paginauno a novembre 2016.


Emma B (296 pag., 18 euro) di Sabrina Campolongo, Paginauno, in tutte le librerie dal 18 ottobre.


rb

Ti potrebbero interessare anche:

SU