"L'ho detto durante la manifestazione di sabato quando non volevano farmi parlare: le dimissioni non le darò mai. Sono convinto che la gente che ci ha votato non lo ha fatto per vederci andare a casa alla prima difficoltà". Arriva a stretto giro la replica del sindaco di Cigliano, Diego Marchetti, alla mozione di sfiducia depositata nella giornata di mercoledì dalla minoranza.
E non solo. "La prossima settimana - rilancia - annuncerò un importante rimpasto di giunta, che coinvolgerà persone del gruppo e al massimo un esterno, per sostituire i due assessori dimissionari". Persone che, secondo il sindaco, non sarebbero in disaccordo con il suo operato ma sarebbero state stanche dalle pressioni e delle polemiche di queste ultime settimane.
Poi l'affondo: "Se hanno hanno raccolto 600 firme per sostenere la richiesta di sfiducia non hanno neanche fatto il pieno dei voti che avevano preso lo scorso anno. E non mi si dica che la richiesta di sfiducia, così come la manifestazione di sabato erano apolitiche. Quella di sabato era una manifestazione politica e la cosa più vergognosa è stata che nessuno voleva farmi parlare. Mi sono impegnato a smorzare i toni e a far salire una delegazione di genitori per discutere il problema della scuola Marengo, ma, durante l'incontro, mentre le mamme vere volevano confrontarsi sui problemi, gli altri battevano i pugni sul tavolo e volevano solo protestare".
Sulla situazione della Ortensia Marengo, però, le notizie non sono confortanti e non segnano passi avanti: "La scuola non si può aprire, perché il tetto non è sicuro. Nessuno aveva mai fatto ispezioni nel sottotetto: noi ci siamo andati ed è una crepa unica. Io i bambini in quella scuola non li manderò mai. Siamo in una situazione di emergenza e si cerca di fare il possibile, quindi adatteremo gli spazi dell'istituto comprensivo, anche se ci sono dei tempi tecnici da rispettare e potrebbero essere tempi lunghi. Però vorrei anche ricordare che, in un paese, non ci si occupa solo della scuola: ci sono molti problemi da gestire e noi cerchiamo di occuparci di tutto".
Come esempio, Marchetti mostra la lettera dell'Asl che certifica l'idoneità degli spazi destinati alla mensa scolastica e annuncia che, a stretto giro, verrà firmato il contratto con il nuovo gestore degli impianti sportivi. "Così due motivi per i quali volevano le mie dimissioni sono già venuti meno", chiosa.
Insomma, una rappresentazione della realtà del paese radicalmente opposta a quella della minoranza. Alla quale Marchetti chiude la porta in modo trancinate: "Chi perde non può imporre le proprie idee su come amminitrare il paese" dice, riservando a Campanella l'ultima stoccata. "Fino a quando Giorgia Meloni non mi caccerà, sono io il referente di Fratelli d'Italia a Cigliano. Dunque, al momento, Campanella rappresenta solo se stesso".