Caso Expo: c'è anche il capogruppo di SiamoVercelli Gianluca Zanoni tra gli indagati per l'incarico di direttore artistico delle iniziative legate a Expo. Il suo nome si aggiunge a quello di Alberto Perfumo, ex vicesindaco e assessore con delega all'Expo, Liliana Patriarca, dirigente del settore Sviluppo e Urbanistica del Comune, e Francesco Brugnetta, docente al liceo scientifico e direttore “designato” - secondo l'accusa e secondo alcune indiscrezioni comparse su un sito di informazione - ancora prima dello svolgimento del concorso voluto per attribuire l'incarico.
A conclusione delle indagini vengono quindi ribadite le accuse di turbativa d'asta che avevano portato all'avvio dell'inchiesta. L'incarico doveva avere una durata di otto mesi, a fronte del quale era previsto un compenso di 16mila euro: Brugnetta venne effettivamente giudicato il candidato migliore dalla commissione presieduta da Liliana Patriarca, ma non assunse mai l'incarico, rassegnando subito le dimissioni (senza essere sostituito).
L'indagine era partita nel mese di maggio con l'acquisizione degli atti relativi alla commissione di inchiesta che il Consiglio comunale aveva istituto per far chiarezza su una polemica politica, divampata dopo che un sito di informazione aveva anticipato il nome del vincitore del concorso. Nel mese di luglio gli avvisi di garanzia: nel giro di qualche giorno, prima la Guardia di Finanza, su incarico del sostituto procuratore Davide Pretti, aveva sequestrato i faldoni relativi alla vicenda Expo conservati nell'ufficio comunale di via Quintino Sella, poi i tre nomi erano stati iscritti nel registro degli indagati. A conclusione delle indagini l'elenco degli indagati si allunga ulteriormente.