Prima la polemica politica, poi la commissione comunale, poi l'inchiesta della magistratura. Sono tre gli avvisi di garanzia che la Procura della Repubblica di Vercelli ha consegnato nei giorni scorsi, con l'ipotesi accusatoria di turbativa d'asta. Riguardano l'ex vicesindaco, Alberto Perfumo (già candidato alla carica di primo cittadino per la lista civica Siamovercelli), la dirigente del settore Urbanistica e sviluppo, Liliana Patriarca, e il docente Francesco Brugnetta, vincitore del concorso come direttore artistico delle iniziative vercellesi collegate a Expo (che però diede le dimissioni all'indomani della conclusione del procedimento ora finito nel mirino della Magistratura).
Oltra a Perfumo, cui è stato sequestrato il cellulare, un altro consigliere comunale di Siamovercelli è stato sentito dagli inquirenti, ma non sarebbe indagato. L'ex vicesindaco, che come l'architetto Patriarca, è difeso dall'avvocato Massimo Mussato, ha dato di persona, attraverso un comunicato stampa, la notizia dell'avviso di garanzia, confermando le voci che da qualche giorno avevano preso a circolare in città su un'imminente svolta nell'inchiesta.
Perfumo: Ho ricevuto un avviso di garanzia per Expo
A coordinare l'inchiesta, svolta dalla Guardia di Finanza, è il sostituto procuratore Davide Pretti. La vicenda aveva preso il via come polemica politica in consiglio comunale, dopo che un sito di informazione aveva pubblicato anticipazioni - poi divenute realtà - su quello che sarebbe stato l'esito del concorso per direttore artistico. Perfumo, che all'epoca aveva anche la delega alla gestione delle inziative da organizzare in concomitanza con l'esposizione universale (e dei relativi fondi regionali), ha nel frattempo lasciato il consiglio comunale, dando le dimissioni da assessore e vicesindaco dopo la rottura politica tra Pd e Siamovercelli. Il suo gruppo, che al ballottaggio del 2014 aveva siglato l'apparentamento con la coalizione a sostegno di Maura Forte, è ora passato all'opposizione.