Economia - 28 ottobre 2025, 09:31

Vendere oro in Italia: cosa dice la legge

Vendere oro non è solo una questione di prezzo. È un gesto che spesso unisce valore economico e affettivo, e per questo molti si chiedono: è sicuro, è legale, cosa dice la legge?

La risposta è sì — a patto di affidarsi a operatori regolari e conoscere alcune regole chiave su identificazione, tracciabilità e limiti ai contanti. Dal 2025, inoltre, la normativa compro oro è stata aggiornata per rendere più trasparente il mercato.

Chi può comprare il tuo oro: “compro oro” e operatori professionali in oro

In Italia non chiunque può acquistare oro da un privato. Esistono due figure diverse: i “compro oro”, che trattano gioielli e oggetti preziosi usati, e gli Operatori Professionali in Oro (OPO), che si occupano di oro da investimento come lingotti o monete.

I compro oro devono essere iscritti nel registro OAM Compro Oro (OCO). Gli OPO, invece, dal 17 gennaio 2025 sono iscritti nel nuovo registro OAM Operatori Professionali in Oro, che ha sostituito l’elenco tenuto finora dalla Banca d’Italia.
 Per chi vende, questo significa una cosa importante: puoi verificare se l’acquirente è davvero autorizzato, semplicemente cercandolo sul sito OAM.

Se il tuo obiettivo è la vendita oro a Roma, gli esperti di MVS Gioielli, potranno valutare il tuo oro con professionalità e in totale serietà.

Cosa succede quando vendi: documenti e identificazione

Un compro oro in regola inizia sempre da un passaggio: la tua identificazione. Serve un documento valido e la compilazione di una scheda operazione che riporta il tuo nome, i dettagli dell’oggetto (peso, titolo, prezzo), la data e la modalità di pagamento.
 Questa scheda è prevista dal D.Lgs. 92/2017, che regola il settore compro oro in Italia. A fine operazione riceverai anche una ricevuta o un contratto: è la prova che la vendita è avvenuta nel rispetto della legge e delle norme antiriciclaggio.
 Conservala sempre: è il tuo riferimento in caso di controlli o contestazioni.

Pagamenti e contante: la regola generale e quella speciale

Una delle domande più comuni è: posso essere pagato in contanti?
 La regola generale in Italia (art. 49 D.Lgs. 231/2007) fissa il limite all’uso del contante a 5.000 euro. Tuttavia, per i compro oro vale una regola speciale: il limite contanti è di 500 euro.
 Oltre questa cifra, il pagamento deve avvenire con strumenti tracciabili come bonifico, assegno non trasferibile o carta. Inoltre, è vietato dividere la stessa operazione in più pagamenti sotto soglia nei sette giorni successivi: il cosiddetto “frazionamento”.

Esempio pratico: se vendi oro per 900 euro, l’intero importo deve arrivarti tramite bonifico. Se qualcuno propone 400 in contanti oggi e 500 domani, sta violando la legge.

Tracciabilità e registri: come viene registrata la vendita

Dietro ogni transazione ci sono obblighi precisi di tracciabilità.
 Ogni compro oro deve operare attraverso un conto corrente dedicato esclusivamente alle proprie operazioni e conservare schede e documenti per 10 anni.
 Inoltre, l’articolo 128 del TULPS impone all’esercente di non alterare o rivendere gli oggetti acquistati prima che siano passati dieci giorni.
 Per il cliente questo significa che, una volta conclusa la vendita, l’oro rimane “congelato” per un breve periodo, ma la procedura è completa e protetta.

Come verificare se l’operatore è in regola

Controllare la serietà di un operatore è semplice e gratuito.
 Sul sito dell’OAM sono disponibili due elenchi pubblici:

●       il Registro Compro Oro (OCO), per chi acquista oggetti preziosi usati

●       il Registro OPO, per chi opera con oro da investimento

Basta inserire nome o partita IVA per sapere se il negozio o la società sono iscritti.
 In sede fisica, verifica la targa OAM, i dati fiscali esposti e la disponibilità dell’operatore a mostrarti la scheda operazione. Diffida di chi propone pagamenti in contanti sopra soglia o non ti consegna ricevute: la trasparenza è l’indicatore principale di legalità.

Novità della normativa compro oro 2025

Dal 17 gennaio 2025 è in vigore il D.Lgs. 211/2024, che ha trasferito la competenza sugli Operatori Professionali in Oro all’OAM, istituendo il nuovo registro dedicato.
 Le iscrizioni sono operative dal 17 aprile 2025.
 Questo passaggio, voluto per uniformare le regole e rafforzare i controlli, rende più semplice per i cittadini verificare chi è autorizzato a operare e assicura un allineamento più stretto con le norme europee antiriciclaggio.

Profili fiscali essenziali (senza tecnicismi)

Vendere oro può avere implicazioni fiscali diverse a seconda di ciò che vendi.
 Se si tratta di gioielli o oggetti usati, la cessione a un compro oro non comporta IVA: è una normale vendita tra privato e operatore.
 Se invece cedi lingotti o monete, rientri nella disciplina dell’oro da investimento prevista dalla Legge 7/2000. In questo caso, le operazioni sono esenti IVA ai sensi dell’articolo 10, n. 11 del DPR 633/1972.

Le eventuali plusvalenze possono essere tassate solo in casi specifici, per esempio quando si rivende oro acquistato come investimento. Per questo è importante conservare i documenti di acquisto e, in caso di dubbi, chiedere il parere di un professionista fiscale.

Segnali d’allarme e buone pratiche

Un compro oro affidabile ti chiederà sempre i documenti, compilerà la scheda e ti rilascerà ricevuta.
 Diffida invece di chi propone pagamenti in contanti oltre 500 euro, non compila moduli o ti suggerisce di “spezzare” l’importo in più parti.
 Buone abitudini da seguire:

●       porta un documento valido e, se possibile, la prova d’acquisto

●       fotografa gli oggetti prima di consegnarli

●       chiedi come viene calcolato il prezzo (peso, titolo, quotazione giornaliera)

●       confronta almeno due preventivi

Le linee guida dell’UIF (Unità di Informazione Finanziaria) segnalano proprio questi comportamenti come indicatori di anomalia: se un operatore li adotta, probabilmente non è in regola.

Domande ricorrenti

Posso essere pagato in contanti?
 Sì, ma solo fino a 500 euro per le operazioni con i compro oro. Sopra questa soglia, il pagamento deve essere tracciabile.

Perché devo fornire il codice fiscale?
 Serve per la scheda operazione prevista dal D.Lgs. 92/2017, a fini antiriciclaggio.

Posso ripensarci dopo aver venduto?
 No, la vendita è immediatamente valida. Tuttavia, l’operatore non può modificare o rivendere gli oggetti per 10 giorni, come previsto dal TULPS: una tutela ulteriore per la sicurezza delle operazioni.










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