Giro d'Italia 1936. 88 anni fa. Ventiquattresima edizione della Corsa Rosa che fu vinta da Gino Bartali davanti a Giuseppe Olmo e Severino Canavesi.
GInetaccio, il Giusto tra le Nazioni, che non ha bisogno di presentazioni, a 22 anni vinse il suo primo grande giro e diede vita così ad una carriera straordinaria.
In quell'edizione però andò in scena una delle storie più curiose della storia del Giro d'Italia. Olmo, di Celle Ligure (mio compaesano. ndr), detto Gepin, vincitore della medaglia d'oro olimpica nella prova a squadre nel 1932, vincitore di due Milano Sanremo nel 1935 e nel 1938, detentore del record dell'ora (un Ganna della prima ora) e di ben 20 tappe nella Corsa Rosa, in quell'edizione si aggiudicò la prima gara da Milano a Torino e all'opposto, Aldo Bini, toscano, secondo al Giro del 38, vincitore di cinque tappe in totale e di due Lombardia, portò a casa la Torino-Genova soffiando la rosea proprio al corridore cellese.
Alla sesta tappa però, il 23 maggio 1936, 88 anni fa ieri, la Roma-Napoli venne vinta da Olmo che riuscì a raggiungere nella generale proprio Bini. Con lo stesso tempo e la stessa somma di piazzamenti (in totale 30) quindi indossarono entrambi la Maglia Rosa. Ripartirono da Napoli, il giorno dopo con indosso la maglia del primato, una novità per la corsa. Forse un unicuum. Poi quel Giro venne stravinto da Bartali, con secondo a 2'36'' proprio Olmo, la cui fabbrica di biciclette è ancora ben presente nel comune savonese.
Un altro particolare? Il Giro in quegli anni partiva una settimana dopo e se ci riuscivano allora...
Tornando ai giorni nostri, la tappa di ieri con arrivo a Padova non ha donato particolari sussulti. Se non che Milan non ha vinto imbrigliato in una volata dove i compagni non sono riusciti a traghettarlo al meglio all'arrivo (il friuliano era rimasto nelle retrovie). Braccia al cielo quindi per Merlier con lo stesso Milan che ha tentato invano la maxi rimonta giungendo terzo. Bene Dainese quarto.
IL COMMENTO TECNICO di Marco Rebagliati:
Tappa 19, la Mortegliano - Sappada. 157 chilometri e 2850 metri di dislivello per questa ultima tappa adatta agli attaccanti. Una prima parte pianeggiante dove chi vorrà vincere la tappa proverà ad entrare nella fuga di giornata, seguita da una seconda parte molto più mossa con 3 Gpm da affrontare. Passo Duron, Sella Valcalda e Cima Sappada dove probabilmente si deciderà la tappa.