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Basket | 15 maggio 2024, 09:30

Antonio Galdi: «La salvezza è stato un momento emozionante»

Bilancio di fine stagione con il tecnico dei Rices, nonché responsabile del settore giovanile

Antonio Galdi (foto Infovercelli24)

Antonio Galdi (foto Infovercelli24)

12 novembre 2023. Al Palapiacco c'è una partita dal verdetto annunciato. Gli ospiti, gli esperti giocatori del Previforma (allora prima in classifica), hanno tutte le carte in regola per vincere. O meglio: per vincere facile. Hanno di fronte una squadra, i Rices Vercelli, composta da giovani e giovanissimi (un 2000, qualche 2003, diversi 2005) che – avranno pensato – se si salvano è un miracolo.

Quella partita è un po' il simbolo della prima parte della stagione. I Rices, contro ogni previsione, vinsero, anzi dominarono, e il miracolo-salvezza, poi, verrà raggiunto.

Ad Antonio Galdi, coach della prima squadra e responsabile del settore giovanile, il presidente del sodalizio, Franceso Rey, all'inizio della stagione agonistica aveva chiesto il raggiungimento di due obiettivi: la salvezza e la valorizzazione di alcuni giovani.

 

Galdi, mi sembra che gli obiettivi siano stati centrati. A cominciare dalla salvezza, con 8 vittorie su 16 partite.

«Obiettivi raggiunti, certo, in larga parte. I ragazzi hanno affrontato il campionato con la giusta maturità e la salvezza ottenuta è stato un momento emozionante, per tutti. Non dimentichiamo che molti di loro hanno cominciato a farsi le ossa l'anno passato, in cui siamo retrocessi. Bene, comunque, la prima parte del campionato, meno bene i play off: tanto lo staff tecnico quanto la dirigenza ha cercato di responsabilizzare i ragazzi, ma il bicchiere oramai era colmo, li vedevo un po' scarichi, forse anche appagati. Peccato, perché eravamo partiti con una gran bella vittoria a Ivrea».

In diverse partite abbiamo visto una squadra a tratti brillante, ma che poi si spegneva. I famosi “blackout”.

«A volte non c'è stata la tenuta per tutti i quattro quarti. È il pegno da pagare, quando si schiera una formazione inesperta.»

Il capitolo “crescita dei giovani” è comunque positivo, mi pare.

«C'è stata una crescita, ma diversificata: alcuni sono maturati, altri sono sulla buona strada. Ogni atleta ha una sua storia, per esempio Sow. È partito alla grande, ma poi, dopo l'infortunio, ha faticato, forse più livello mentale che altro. Aspetto che si riprenda. Il progetto giovani comunque è un bel progetto: bisogna solo tenere in conto che possono arrivare anche le sconfitte, come infatti è successo in questi due anni.»

Mi sembra di capire che a questo squadra manchino l'esperienza e soprattutto la costanza. Anche quelli bravi (penso ad Agoglia) hanno avuto troppi alti e bassi.

«La costanza è infatti un elemento su cui questa squadra delle lavorare».

L'anno scorso Acquadro come secondo e Balocco preparatore. Quest'anno Fulvio Buffa e Alessandro Scarfò.

«Con Buffa mi intendo a occhi chiusi, del resto lo conosco da una vita: è stato infatti un mio giocatore nel Chivasso quando ho iniziato ad allenare. Scarfò come preparatore è un ottimo professionista, ha lavorato molto bene. Puntuale nelle diagnosi e nella gestione di infortuni e riabilitazioni. E ha dato una grande mano anche “inventandosi” coach nelle due squadre Under 14.»

Antonio Galdi, dieci anni a Vercelli.

«Sono tanti, già» dice ridendo. Poi: «Anni comunque positivi, in cui mi sono tolto tante soddisfazioni.»

E di Vercelli che mi dice?

«Che purtroppo, come succede in altre città, ha una squadra di calcio che penalizza gli altri sport, dal momento che le risorse sono quelle che sono. Per quanto mi riguarda ho un po' messo le radici: conosco sempre più gente qui e ne riconosco meno quando torno dai miei, a Chivasso».

E il futuro?

Un sorriso come risposta. Come l'anno scorso, alla stessa domanda.

rb

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