L’impronta lasciata dentro da una persona autorevole resta impressa indelebilmente e riaffiorano tanti ricordi.
Monsignor Luigi Bettazzi venne a Varallo nel 1998, per chiudere un ciclo di tre incontri quaresimali di preparazione alla Pasqua. I suoi interlocutori furono Rosangela Canuto, presidente del Centro Libri e don Ercole Scolari, prevosto di Varallo. Il tema di quell’incontro era di estrema attualità: “I cristiani nel mondo: segno e strumento di pace”.
Conservando l’entusiasmo e la passione di quel giovane vescovo, appena nominato che partecipò al Concilio Vaticano II dalla II sessione, nel 2015 in Seminario a Vercelli, invitato dal Meic, presentò due suoi libri: “Oscar Romero Beato. Martire della speranza” e “Quale Chiesa? Quale Papa?”. Fu l’occasione per un intervento a braccio, tenuto rigorosamente in piedi: “Così non mi addormento”, disse.
L’arcivescovo di Vercelli, monsignor Marco Arnolfo era seduto in prima fila, accanto a Mino Vittone, che rappresentava il Meic, il conduttore dell’incontro era Luca Sogno, direttore del Corriere Eusebiano, in sala sacerdoti, suore e persone impegnate nella vita della città. Fu una fresca immersione nel cuore vivo della Chiesa post conciliare, un excursus attraverso le grandi encicliche, per arrivare al “nocciolo” della scelta preferenziale dei poveri, accogliendo l’invito del Papa: “Una persona che questa scelta la vive fino in fondo”.
Dopo il Covid, lunedì 24 maggio 2021, a Varallo fu celebrata con particolare solennità la Festa dell’Incoronata, patrona della città e della Valsesia. La messa fu presieduta dall’allora 98enne monsignor Luigi Bettazzi, Padre conciliare, Vescovo Emerito di Ivrea, dove era stato vescovo dal 1966 al 1999, già presidente di Pax Christi italiana, che attraversò tutto il ventesimo secolo, incidendo in maniera profonda sulla coscienza civile del nostro paese, e segnando un nuovo cammino ecclesiale.
Nel 1992 con monsignor Tonino Bello, presidente di Pax Christi, un vescovo dalle scelte forti e coraggiose, ma profondamente innamorato di Gesù e della Chiesa, partecipò alla marcia pacifica nella Sarajevo sotto assedio. Celebrò con don Tonino, ormai già allettato, l’ultima messa, prima che il vescovo di Molfetta si spegnesse, ucciso dal cancro, il 20 aprile 1993, e gli successe nella guida di Pax Christi internazionale.
Al suo arrivo a Varallo ad accoglierlo con il prevosto don Roberto Collarini, c’era anche Mario Soster che nel 1992, quando era presidente del CAI, lo aveva accompagnato alla Capanna Margherita: gli donò una copia del suo volume: “La mia Valsesia”: «Per noi accompagnatori fu una giornata indimenticabile, anche perché la montagna, annulla tutte le differenze sociali, di rango e di status, rendendoci tutti amici e solidali nell’immensità di quell’ambiente elevato, abbagliante e incontaminato».
Durante il pranzo nell’ampio cortile dell’Albergo Italia, monsignor Bettazzi intervenne ricordando alcuni episodi del Concilio e parlò del suo libro, allora in uscita: “Sognare eresie”, spiegando che la parola "eresia", assente nei Vangeli canonici, ma che compare negli Atti degli Apostoli, significa scelta e non possedeva, originariamente, alcuna caratteristica denigratoria. Il termine “scelta” oggi deve essere declinato con sempre maggior forza, senza cedere a compromessi, facendo tesoro della serena intransigenza che caratterizzò quell’uomo di grande Fede.