Confermare la condanna a cinque anni inflitta in primo grado. Si è chiusa con questa richiesta la requisitoria relativa alla posizione del politico vercellese Roberto Rosso, al processo di appello del processo "Carminus Fenice". Rosso è accusato di voto di scambio politico mafioso. Secondo le accuse l'ex sottosegretario trinese avrebbe pagato 7mila 900 euro a Onofrio Garcea e Francesco Viterbo, già condannati in via definitiva per lo stesso reato in concorso con Rosso, in cambio di voti di preferenza alle elezioni regionali del 2019. All'epoca Rosso aveva da poco aderito a Fratelli d'Italia dopo una lunga militanza in Forza Italia, partito per il quale era stato a lungo parlamentare e due volte sottosegretario.
Dopo le Regionali del 2019 Rosso, anche in virtù delle preferenze ottenute, entrò nell'esecutivo della giunta Cirio, diventando assessore per poco più di sei mesi, fino ai clamorosi arresti nei giorni precedenti il Natale 2019.
La vicenda che aveva coinvolto Rosso venne poi inglobata in un più ampio processo sulle infiltrazioni della 'Ndrangheta nella zona del chivassese e, in primo grado, il Tribunale di Asti aveva inflitto 16 condanne e decretato 5 assoluzioni.