Dove si colloca la linea di demarcazione tra il genio e la follia?
Ecco… se cerchiamo di seguirla in un personaggio straordinario e poliedrico come Enzo Jannacci, la partita è persa da principio. Perché tutto si può dire di Enzo Jannacci tranne che sia stato un personaggio “nella norma”: medico chirurgo specializzato alla Columbia di New York, con gavetta nel Queens, ma anche studente di pianoforte e armonia al Conservatorio, e poi chirurgo d’urgenza e medico condotto, ma al tempo stesso cantante, compositore, cabarettista, sceneggiatore, regista e scopritore di talenti.
E allora, quante vite ha vissuto Enzo Jannacci? Tantissime, per i suoi 78 anni… perché tanti ne stava per compiere il quel 29 marzo di dieci anni fa quando un cancro se l’è portato via.
Nello spettacolo prodotto dall’Associazione culturale “Il Porto” insieme all’“Associazione Filarmonica di Vercelli”, che andrà in scena al Teatro Civico domenica 16 aprile alle ore 17, Roberto Sbaratto cercherà di seguire il filo delle tante vite di Enzo Jannacci, dai primi anni a far musica nei locali milanesi, alle apparizioni televisive e alle amicizie produttive con Dario Fo, Beppe Viola, Giorgio Gaber, Nanni Ricordi. Ma senza dimenticare gli amici del Derby Club, prima quelli del “Gruppo motore”, Lino Toffolo, Cochi e Renato, Bruno Lauzi e Felice Andreasi a cui si aggiungeranno, negli anni, quelli del “Gruppo repellente”: Abatantuono, Porcaro, Faletti, Boldi, Teocoli e de Francesco. Tutti insieme, una valanga inarrestabile che coinvolse anche Paolo Villaggio, approdarono nel 1980 alla trasmissione televisiva “Saltimbanchi si muore” di cui Jannacci fu ideatore e regista e da cui trae ispirazione il sottotitolo del nostro spettacolo.
Il bandolo di questa intricata matassa sarà scandito da ben 16 brani musicali: una scelta difficile tra la sterminata discografia del mitico Enzo, sostenuta, però, da un gruppo di musicisti davvero importante, che ha come punto di riferimento la “Vercelli Jazz Filarmonica Gianni Dosio”. Eccoli, in rigoroso ordine alfabetico: Wally Allifranchini, Daniele Gardino, Paolo Guercio, Gianni Mantoan, Stefano Profeta, Luigi Ranghino, Luca Roffino, Angelo e Camilla Rolando. Il loro apporto è stato fondamentale non solo per realizzare gli arrangiamenti per “piccola orchestra” dei brani, ma soprattutto per dare loro una vita nuova, intimamente sentita e talora commossa, non una semplice riproduzione delle esecuzioni originali.