Sulla sanità pubblica – e quindi sull'ospedale Sant'Andrea - la gente, spesso, racconta.
Esperienze positive, con ringraziamenti, oppure esperienze negative, che alla fin fine favoriscono la sanità privata, spesso più efficiente.
Anna (nome di fantasia) ci racconta una pagina positiva e negativa al tempo stesso.
«Da anni – dice – periodicamente mi sottopongo a prelievi del sangue, ho quindi una certa familiarità con il centro prelievi. Mi sono sempre trovata bene, con del personale infermieristico, per lo più femminile, che lavora a testa bassa, con serietà, gentilezza. Fa bene al cuore vedere un'infermiera che ti saluta e ti dice: Tutto bene?»
La pagina positiva, insomma.
Veniamo a quella negativa. «Ho la sensazione che le cose, da un po' di tempo, stiano cambiando. Alla piastra adesso le cose si sono sistemate, durante il periodo del Covid (ma questo lo capisco) bisognava fare lunghe code, ora per fortuna è tornato tutto come prima, per i prelievi infatti non occorre prenotazione.»
«Ma adesso, rispetto al passato, quello che mi pare messo male è il reparto prelievi – dice ancora Anna - Il personale è sempre meno, le infermiere fanno il possibile ma devono correre. Mi spiace anche da un punto di vista umano: vedo che sono persone attaccate al loro lavoro, ma non sono messe nelle miglior condizioni per farlo.»
«E poi - conclude - mi spiace quando sento che le persone si rivolgano al privato. Mi spiace perché per me, da anni, è il Sant'Andrea il mio punto di riferimento.»