Prima, probabilmente ubriaco, si è introdotto nel giardino di un'abitazione, scavalcando l'inferriata del cancello e facendo i suoi bisogni all'interno della proprietà. E, quando i padroni di casa se ne sono accorti e, preoccupati dal fatto che l'uomo potesse avere cattive intenzioni, hanno chiamato le forze dell'ordine, lui ha rivolto la sua rabbia contro gli agenti della Volante, intervenuti nel giro di pochi minuti.
Una vicenda dell'agosto 2020 che ha portato, nei giorni scorsi un uomo a processo per i reati di violazione di domicilio, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Teatro dell'intrusione è stata la zona di via XX Settembre, a pochi metri dall'intersezione con via Alessandro Manzoni, dove spesso, all'epoca, si verificavano problemi per la presenza di persone ubriache, soprattutto in orario notturno.
Quando i poliziotti sono arrivati in zona e hanno intercettato l'uomo, che sembrava in stato di alterazione alcolica e in mano aveva una bottiglia di birra, hanno tentato di sanzionarlo per ubriachezza molesta, ma lui ha assunto subito un atteggiamento aggressivo e violento, danneggiando il plexiglass della Volante. Alla fine quale gli agenti hanno dovuto immobilizzarlo e ammanettarlo.
In aula l'accaduto è stato costruito attraverso le testimonianze del padrone di casa e degli agenti, più che sufficienti, secondo il pubblico ministero, a dimostrare la penale responsabilità dell'imputato. Nei confronti dell'uomo è stata fatta una richiesta di condanna a due anni di reclusione e 1200 euro di multa, ritenendo i reati avvinti dal vincolo della continuazione e con la concessione, però, delle attenuanti generiche.
Richiesta di assoluzione per mancato raggiungimento della prova, invece, da parte dell'avvocato difensore, che ha sottolineato come l'uomo non si fosse introdotto nella proprietà privata per commettere un furto ma perché spinto da bisogni fisiologici. Richiesta di minimo della pena e di concessione dei benefici di legge per il reato di resistenza.