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Trino | 22 gennaio 2023, 08:05

«Deposito nazionale scorie nucleari fuori dal Piemonte è una necessità non più rinviabile»

Sopralluogo agli impianti Sogin della Quinta commissione Ambiente del Consiglio regionale. Dago (Lega): «All’ex centrale Enrico Fermi di Trino creiamo un polo espositivo, didattico e scientifico»

«Deposito nazionale scorie nucleari fuori dal Piemonte è una necessità non più rinviabile»

Sopralluogo giovedì della Quinta commissione Ambiente del Consiglio regionale del Piemonte all’ex centrale nucleare “Enrico Fermi” di Trino e all’impianto Sogin di Saluggia.

«Una visita - sottolinea il presidente della Commissione, il leghista vercellese Angelo Dago, con i consiglieri del gruppo Lega Salvini Piemonte Gianluca Gavazza e Valter Marin - che ci ha rassicurati sull’avanzamento dei lavori di smantellamento dell’ex sito di Trino e sul fronte della sicurezza per il territorio e le sue comunità. Il sopralluogo di oggi ci ha però ribadito anche l’assoluta e non differibile necessità che l’Italia si doti di un unico deposito nazionale per le scorie nucleari, superando qualunque sistemazione precaria o temporanea. Una valutazione e una decisione che di certo non spettano alla giunta regionale, che però ha già certificato che il Piemonte non ha alcun sito adatto per ospitarlo».

«Entrando nell’ex centrale Enrico Fermi - hanno quindi aggiunto il presidente Dago e i commissari Gavazza e Marin - abbiamo potuto apprezzare con i nostri occhi lo straordinario potenziale espositivo, didattico e culturale di una struttura unica nel panorama italiano ed europeo. Una vera e propria capsula del tempo che permette di rivivere la stagione dell’atomo fino al suo utilizzo per scopi civili, con attrezzature e spazi originali e di grande fascino. All’interno di un piano di decomissioning che prevede il completo smantellamento dell’impianto, la nostra proposta è quella di valutare un progetto che ne conservi almeno una parte perché possa ospitare un percorso musealizzato che approfondisca gli aspetti tecnologici, storici e scientifici del sito di Trino e del nucleare in Italia. In alternativa si valuti la possibilità, di concerto con Sogin, di preservare le strumentazioni originali dalla demolizione, per un loro reinserimento nei circuiti culturali piemontesi. Siamo certi che la nostra giunta saprà cogliere questa nostra suggestione».

c.s.

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