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Scuola | 17 gennaio 2023, 17:47

L’Università del Piemonte Orientale compie un quarto di secolo: intervista al Rettore Gian Carlo Avanzi

«Sono in crescita il numero degli studenti, passato in poco più di dieci anni da 7.000 agli attuali 17.000, così come la platea dei docenti, inoltre l’impatto sul territorio si è amplificato e potenziato».

Il Rettore dell'UPO Gian Carlo Avanzi

Il Rettore dell'UPO Gian Carlo Avanzi

Sono venticinque! L’Università del Piemonte Orientale compie un quarto di secolo. La sua genesi è datata 1998, da allora di strada ne è stata percorsa molta, un consolidarsi continuo, frutto di una costruzione avvenuta per gradi e per consensi. Dal 2018 il Rettore è il Professor Gian Carlo Avanzi, professore Ordinario di Medicina interna e responsabile della Struttura Complessa a Direzione Universitaria di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Maggiore della Carità di Novara. Il compiersi dell’anniversario è l’occasione per una panoramica sul mondo UPO:

Professore ci descriva la “fotografia” dell’Università del Piemonte Orientale

È un’immagine nitida, molto forte. Sono in crescita il numero degli studenti, passato in poco più di dieci anni da 7.000 agli attuali 17.000, così come la platea dei docenti, inoltre l’impatto sul territorio si è amplificato e potenziato. Uno sviluppo profondo adottato negli ultimi tre, quattro anni che coinvolge anche il campo dei ricercatori, del personale tecnico e amministrativo.

Come si articola la promozione dell’ateneo?

Faccio una premessa, esprimersi in qualità di studente è un lavoro, anzi lo è doppiamente per l’impegno che richiede. L’impulso alla nostra attività è disposta alle scuole medie e superiori, abbiamo l’open day, attivo con azioni di orientamento: un aiuto a selezionare il cammino più adeguato a ogni allievo. Proseguiamo gli incontri con presidi e dirigenti scolastici. L’indirizzo all’uscita è completato ospitando aziende e attraverso il Career Day. Ricordo che l’indice di occupazione dei nostri laureati è del 90% entro i cinque anni dalla conclusione degli studi.

La pandemia ha avuto riflessi vincolanti sulla quotidianità universitaria?

Ce l’abbiamo fatta a superare lo sbarramento determinato dal lockdown trasferendo l’erogazione didattica in modalità “remoto”. Uno sforzo significativo. Con ciò ribadisco che l’Università va vissuta in presenza, parlandosi e confrontandosi.

La ricerca UPO?

Sta procedendo bene, facciamo parte del progetto NODES (ndr Nord Ovest Eco Sostenibile) coordinato da Piemonte e Lombardia, che si inserisce nel grande ambito “Digitale, Industria e Aerospazio” approvato dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Mentre il Dipartimento di Medicina traslazionale affronta il programma esteso dedicato all’invecchiamento sano e recentemente è stato inserito nella lista dei migliori dipartimenti universitari e ha ottenuto un corposo finanziato dal MUR e da fondi europei.

Enne3, l’Incubatore d’impresa un’eccellenza UPO?

È stato attuato un piano di ristrutturazione che ha fatto confluire nuove strategie dedicate alle start up, in particolare verso la transizione ecologica. Ancora, si è costituita una robusta rete di competenze in sinergia con le associazioni industriali.

Il futuro dell’Università del Piemonte Orientale?

Lo vedo estremamente roseo, gli investimenti riguardano le strutture: il nuovo campus ad Alessandria, una nuova mensa, altre opere a Novara, una serie di laboratori. Ma anche locali, ricavati da un ex centro sociale, che agevolino gli studenti non residenti nelle sedi universitarie.

Gianpaolo Arborio

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