Arte e Cultura - 01 novembre 2022, 22:40

“Il tempo di un caffè" con Caterina Gromis di Trana

Venerdì in Biblioteca - L'ospite dialogherà con l'assessore Baucero su animali, fiori, Valsesia e sulla Bela Rosin

Una nobildonna sabauda, nonché discendente della “Bela Rosin”, sarà la protagonista del consueto  appuntamento del venerdì mattina presso la Biblioteca Civica di Via Galileo Ferraris, per “Il tempo di un caffè “.
Lei è Caterina Gromis di Trana, raffinata e nobile signora torinese, che di mestiere fa l’etologa e scrive libri sugli animali e sulla natura. 

Dialogherà con lei l’assessore Gianna Baucero, promotrice e organizzatrice dell’incontro.

«Caterina ha un curriculum invidiabile - ci anticipa l'assessore-, ha collaborato con il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e con il Museo Civico di Storia Naturale di Carmagnola oltre a svariate cooperazioni con giornali e riviste nazionali Dal 2008 scrive per “Bell’Italia” e per  “Gardenia”, dove - oltre a servizi dedicati a piante e giardini - tiene la rubrica intitolata “A spasso con il Re”. Recentemente ha pubblicato un bel volume intitolato “Carnet valsesiano. Percorsi affettivi in una valle alpina”, uscito nel 2021 per  Zeisciu Centro Studi e arricchito delle meravigliose illustrazioni di Federica Giacobino, che i lettori della rivista Gardenia ben conoscono».

Una curiosità “vercellese”: nel 2005 scrisse per le edizioni White Star  i testi di un cube-book che ebbe molto successo, tutto dedicato ai “Gatti”.

Si parlerà dunque di animali, di natura, di fiori, ma anche di Valsesia e della bellissima Villa Musy a Fobello. 

Ma non solo.

«Anche di storia sabauda e tradizioni - precisa l’assessore Baucero - poichè Caterina ha studiato molto la storia della sua famiglia  e il legame con la discendenza morganatica di Vittorio Emanuele II».

Chi non conosce la storia (o meglio fiaba, vedete voi) della “Bela Rosin”, al secolo Rosa Vercellana, che da popolana divenne moglie del primo Re d’Italia?

«Una relazione che suscitò grande scandalo - continua Baucero - osteggiata ferocemente anche da Cavour, ovviamente per ragioni di stato, ma che non fu una delle tante passioncelle che si concedeva un sovrano».

La “Bela Rosin” condivise con Vittorio Emanuele II molti anni di vita, circa una trentina. Nel 1858 la nominò contessa di Mirafiori e di Fontanafredda e nel 1869 la sposerà con il rito morganatico.

E ci fermiamo qui.

Per conoscere il resto della storia da fonte diretta l’appuntamento è per venerdì 4 novembre alle 10.30 presso la Biblioteca di via Galileo Ferraris.

ri.frs